I precari sul treno della speranza… di Pippo Frisone ScuolaOggi, 1.8.2011 I precari inclusi nelle graduatorie ad esaurimento sono 245.665. Di questi , ben 31.593 han chiesto nel 2011 di cambiare provincia, con una media nazionale del 12,86%. Nel 2007 furono 34.444 e 24.164 nel 2005. Negli ultimi sei anni i cambi di provincia hanno coinvolto complessivamente quasi centomila precari. Nello stesso periodo (2005/11) le assunzioni in ruolo sono state 123mila, cui dovrebbero sommarsi le 30mila unità previste nel 2011/12, per un totale di 153 mila assunzioni. Buona parte di questi spostamenti, soprattutto quelli verso le regioni del Nord sono stati premiati con la stabilizzazione del posto di lavoro. E sarà cosi anche con le assunzioni nel 2011/12. Ad essere premiati saranno non solo i trasferiti dell’ultima ora, cioè quelli del 2011 ma anche quelli trasferitisi nel 2007. E’ stato nel 2007 che si è verificato lo spostamento più consistente. Se prendiamo ad esempio le graduatorie della provincia di Milano, i flussi d’ingresso presentano una situazione molto articolate e disomogenee tra di loro:
a) Nell’Infanzia i nuovi ingressi del 2011 hanno un basso impatto,
risultando solo 11 nelle prime 500 posizioni mentre i trasferiti nel
2007 rimangono appena 36.
b) Nella Primaria situazione è rovesciata a favore dei trasferiti
nel 2011 e nel 2007.
c) Nella media, nelle due maggiori graduatorie con la più alta
disponibilità i nuovi ingressi sono relativamente bassi.
d) Nelle Superiori l’impatto dei trasferiti è di gran lunga
inferiore.
Una spia quella degli spostamenti del 2011 che rispetto al 2007 testimonia non più il desiderio di andare a insegnare stabilmente nelle aree di origine ma la rincorsa sempre più affannosa alla stabilizzazione in ruolo. Nel 2007 chi aveva fatto la scelta di tornare al Sud l’aveva fatto con la consapevolezza che quella era l’ultima occasione, in quanto dal 2009 sarebbe diventato impossibile cambiare provincia. Non a caso gli spostamenti del 2007 risultano superiori sia a quelli del 2011 sia a quelli del 2005. Nel 2011, la scelta di cambiare provincia assume un significato inequivocabile: garantirsi un posto di lavoro, meglio se di ruolo. Nel triennio 2008/11 i tagli alla scuola voluti dalla Gelmini, hanno radicalmente cambiato la situazione, aumentato gli squilibri e i divari tra Nord e Sud. Nella secondaria superiore a fronte di 8.155 disponibilità risultano nel 2011 ben 7.579 esuberi, nella media 14.167 disponibilità con 585 esuberi e nella primaria 4.459 disponibilità con 2.561 esuberi. In totale fanno 10.725 esuberi per la maggior parte concentrati nel centro-sud che pesano come un macigno nella determinazione del contingente delle assunzioni in ruolo, soprattutto nella secondaria superiore. Il record assoluto degli esuberi spetta alla Sicilia ,seguita dalla Campania, dalla Puglia ma che non risparmia la stessa Lombardia che resta però di gran lunga la regione col più alto numero di posti vacanti (circa 5mila). E’ questo il motivo principale che ha spinto 31.593 precari a cambiare provincia, indirizzando verso il nord quanti, forti soprattutto del loro alto punteggio, potevano aspirare al posto di ruolo o comunque ad una supplenza annuale. I precari partono dalla Sicilia, dalla Calabria,dalla Campania, dalla Basilicata,dalla Puglia ma anche dall’Abruzzo, dalle Marche, dall’Umbria, vanno verso il Nord ma anche nel Lazio. Non dimentichiamo che mentre al nord due precari su tre hanno un incarico annuale, al sud a stento un precario su tre riesce a lavorare nella scuola statale. E’ fuori dubbio che gran parte dei precari trasferitisi al Nord nel 2011 avrà buone chances di entrare in ruolo o di trovare una supplenza annuale, soprattutto nella scuola Primaria e nell’Infanzia. Minori possibilità li avranno nelle medie e nelle superiori per la presenza di situazioni di esubero anche nelle province settentrionali. Ancora una volta il treno della speranza , carico di meridionali, ripercorre la solita strada, quella che da sempre dal Sud viaggia verso il Nord. La solita strada già imboccata in passato da tanti precari della scuola ma questa volta, l’unica rimasta. |