L'intervento

Il nodo elementari

 Pasquale Almirante La Sicilia, 28.8.2011

Non se n’è parlato molto, ma con la pubblicazione del decreto ministeriale delle assunzioni di circa 30mila docenti pochi, tranne i diretti interessati, hanno fatto caso che nessun posto di maestro elementare è previsto in Sicilia, ma non così per esempio a Brescia dove sono stati autorizzati circa 40 cattedre.

Chi pensa, per eccesso di fiducia nei confronti del Governo, a un calo demografico meridionale come causa di tanta penuria si sbaglia perché la lepre dorme altrove ed esattamente nel taglio mirato di fondi alla scuola del sud che soffre di una doppia crisi: la latitanza colpevole delle istituzioni locali e il disimpegno delle famiglie poco propense a richiedere i loro diritti con la forza e la decisione che invece vengono mostrate nel settentrione nelle saldi mani della Lega. Qui infatti, per quanto i dati più recenti possono dire, abbiamo una straordinaria presenza di classi a tempo pieno, come la Lombardia che ne ha il 45% del totale, pari cioè a 9.500 su quasi 21.000, seguita dal Piemonte, che dispone di 4.200 classi, il 43% del totale, su quasi 9.000, e poi appresso: l’ Emilia Romagna, la Toscana e via via fino alla Sicilia con sole 830 classi a tempo pieno, pari al 6,3% del totale: una miseria come è possibile constatare. E su questa miseria implementare nuovi posti di lavoro è davvero impossibile, mentre ancora qualcuno deve dimostrare che il maestro unico, su cui si incentrò tutta la campagna contro il modulo di tre maestri per fare passare la finanziaria 2008, abbia maggiore impatto educativo sugli alunni.

Ma non solo, questi dati dimostrano ancora una volta che la Sicilia, oltre a essere poco rappresentata dai suoi deputati, rischia di aumentare la distanza culturale dal Nord nei confronti del quale anche i responsi internazionali Ocse-Pisa la danno perdente. Tempo pieno fra l’altro significa disporre di 40 ore settimanali da dedicare alla didattica e alla educazione dei bambini, invece delle normali 27 o al massimo 30 ore, e che quindi consentono una crescita di almeno un terzo in più di altri posti di docente.

Non entriamo nel merito della evidente discriminazione culturale e sociale di cui le famiglie siciliane sono vittime, ma sui dati drammatici della disoccupazione intellettuale della nostra Isola contro cui persino la ministra Gelmini si scaglia quando dice con Bossi che da queste parti si sperpera al di sopra delle possibilità. E infatti il tempo pieno, ma solo quello sudista, è uno sperpero e se lo dice un ministro della Repubblica non c’è da dubitare.