DIRITTO di CRONACA

Bandi, sette giorni dopo

Flavia Amabile La Stampa, 9.8.2011

Allora, ad una settimana dall'articolo sui bandi da rifare delle università di Bologna e Cagliari la vicenda appare ancora lontana dall'essere chiara.

Di sicuro c'è un problema di modalità di invio. Mentre la legge prescrive che debba essere data l'opportunità di inviare la domanda ai concorsi anche in forma digitale le due università hanno previsto i soliti invii per racomandata e a mano. Probabilmente basterebbe questo ad invalidare le prove se qualcuno volesse avanzare ricorso.

C'è un problema di profili ritagliati su misura dei candidati e dell'interpretazione della legge. La riforma avverte che "si possono indicare profili esclusivamente indicando uno o più settori scientifico-disciplinari". Secondo i ricercatori dell'Apri con questa frase vengono esclusi i profili da sarto. Il direttore generale dell'universita del ministero dell'Istruzione, Daniele Livon, sostiene che la riforma lasci ampi margini di libertà.

C'è un problema di comunicazione. O nell'invio o nella ricezione. Il ministero sostiene di non aver ricevuto nulla. In realtà almeno l'università di Cagliari ha inviato una comunicazione scritta il 14 luglio via mail e per posta raccomandata allegando la copia del concorso per 23 ricercatori e chiedendo la pubblicazione come specificato nella riforma. Quando è arrivata la comunicazione? A chi è arrivata? Perché non è stata pubblicata? Che fine ha fatto? Era comunque troppo tardi per i profili?

In ogni caso entrambi i bandi sono stati bloccati come chiedeva il direttore Livon. A Bologna è arrivata la sospensione, a Cagliari sono stati riscritti nella parte relativa ai settori scientifici.

Il sito del Miur ha inserito finalmente il link dove appariranno tutti i concorsi in corso.

E Salvatore Fazio, vicepresidente dei ricercatori dell'Apri sottolinea che come "tutta questa confusione origini dal fatto che il MIUR che avrebbe dovuto emanare il DM entro 60 giorni dall'emanazione della Legge, cioè 5 mesi or sono".