Una utile pubblicazione del
Garante della Privacy da Tuttoscuola 17.9.2010 Si possono usare i videofonini in classe? In generale sì, a patto di tenere filmati e foto per sé. I voti di fine anno vanno affissi? Sì, perché "le informazioni sul rendimento scolastico sono soggette a un regime di trasparenza". A queste e a molte altre domande risponde il vademecum La privacy tra i banchi di scuola, un opuscolo predisposto dall'ufficio del Garante della privacy, disponibile in forma cartacea e digitale sul sito della Authority, destinato alle scuole e finalizzato a far conoscere con la massima chiarezza la normativa vigente sul trattamento delle informazioni relative agli studenti e alle loro famiglie, e a evitare inutili e impropri ricorsi in casi in cui la privacy non è affatto violata. Per esempio utilizzare le informazioni sulle convinzioni religiose degli alunni è lecito solo per organizzare la mensa scolastica o eventuali attività alternative all'ora di religione. Il manuale precisa inoltre che le scuole pubbliche non sono tenute a chiedere il consenso al trattamento dei dati dei propri studenti, mentre quelle private devono informare i genitori e gli alunni che useranno i loro dati e sono tenute a ottenere un consenso scritto. "Gli unici trattamenti permessi", precisa l'opuscolo, "sono quelli necessari al perseguimento delle finalità istituzionali": i dati sensibili, quelli che riguardano per esempio l'origine etnica, il credo religioso o le condizioni di salute, vanno utilizzati se pertinenti e indispensabili, come per esempio per il conteggio delle assenze per malattia, o per l'insegnamento di sostegno in caso di alunni disabili. L'utilizzo di videofonini e di apparecchi per registrare suoni o immagini è consentito, ma le scuole, nell'ambito della loro autonomia, possono regolarne o inibirne l'uso. Non violano la privacy i filmini di recite e gite scolastiche, va però prestata particolare attenzione alla eventuale pubblicazione su internet, perché in tal caso è necessario il consenso delle persone riprese, pena la violazione della loro riservatezza e il conseguente rischio di incorrere in reati. Secondo Francesco Pizzetti, presidente dell'Authority per la Privacy, la materia trattata nel manuale "è parte importate dell'educazione civica, e dunque rientra perfettamente nell'ambito della materia 'Cittadinanza e Costituzione''' introdotta dal ministro Gelmini. |