Il dossier è spietato: il nostro Paese agli ultimi posti, così gli
stipendi Inizia la scuola senza 22mila prof di Fabio Luppino da l'Unità, 13.9.2010
Tanto certa della
svolta «storica» impressa alla scuola il ministro Gelmini oggi
eviterà accuratamente di andare a prendere applausi al classico
Mamiani o al Parini di Milano. Neppure nei disastrati istituti delle
mille periferie abbandonate da questo governo al degrado, anche
culturale. No, il ministro con un atto di coraggio alla rovescia
andrà, secondo indiscrezioni, lì dove nessuno avrà soprattutto la
forza di muoverle critiche: nella scuola del Policlinico Gemelli di
Roma. Un gesto toccante, indubbiamente. Avrà accoglienze festanti.
Più inglese, più
informatica, più impresa, più internet? Ma lo sa il premier cosa
prevede la riforma del suo ministro? Magari un test Invalsi in
merito farebbe capire quanta distanza c’è tra la destra benpensante
e la scuola in carne e ossa, derelitta da loro negli ultimi due
anni, a partire da chi la fa, i professori. Una umiliazione per i
genitori che hanno già ricevuto gli appelli dei capi d’istituto
(quando ci sono, perché ne mancano sedicimila e si moltiplica dunque
la figura del preside reggente, che per governare un’altra scuola
riceve solo 700 euro in più, una miseria) a collaborare per la
cartaigienica, le fotocopie, i toner, la pulizia delle aule,
qualcos’altro? La «svolta storica» di Gelmini riguarderebbe anche il merito. Ma come si fa ad assecondare i meritevoli quando in una classe ci sono anche 35 alunni e quasi mai meno di trenta... Come si fa a garantire il diritto all’istruzione ai disabili e ai non disabili quando il rapporto disabili prof di sostegno si alza, sempre più ragazzi per un docente, a dispetto di certe statistiche usate da giornali ben orientati a suonare fanfare, spesso senza conoscere sulla materia, al rigore fasullo di viale Trastevere. L’ultima tirata demagogica riguarda la valutazione degli insegnanti. Magari, lo chiedono i professori stessi da anni, perché è certo, come in ogni dove, che a scuola ci sono i furbi e quelli che non si risparmiano mai, che fanno da docenti e da assistenti sociali, da madri e da padri di figli non loro in una società dove non si investe per superare le disegregazioni familiari. Ma come fa a dirlo un ministro che andò a cercare, con spregio del pericolo, la commissione meno severa per accedere alla professione di avvocato? |