Contestato Franceschini, va
meglio a Di Pietro da Tuttoscuola 8.9.2010 Non erano molti (il Messaggero parla di circa 200) i manifestanti che hanno partecipato alla manifestazione svoltasi stasera davanti a Montecitorio "in difesa della scuola pubblica". Eterogenei i partecipanti: precari della scuola, ma anche docenti di ruolo solidali con loro, studenti universitari e anche rappresentanti del personale scolastico del Comune di Roma. Durante la manifestazione è stata illustrata la "piattaforma" delle richieste, articolata in quattro punti: ritiro della legge 133 e del decreto salva-precari, rifinanziamento del sistema dell'istruzione pubblica e assunzioni sui posti vacanti. E' stato anche definito un calendario di manifestazioni fin dall'inizio dell'anno scolastico. Non dovevano esserci bandiere sindacali o dei movimenti, ma qualcuna c'era: quelle dei sindacati di base Rdb-USB, e anche quelle del Popolo Viola e del Movimento di Beppe Grillo. E' presumibilmente da queste frange dei manifestanti che è partita la contestazione verso il capogruppo dei deputati Pd, Dario Franceschini, intervenuto al sit in con una delegazione di parlamentari del suo partito. Alla richieste di dimostrare l'impegno coi fatti l'ex segretario Pd ha risposto che i precari "hanno molta ragione ad essere arrabbiati, ma ci sono gli atti delle Camere che parlano". E' andata meglio ad Antonio Di Pietro, che si è fermato a lungo a parlare con i manifestanti, ai quali ha detto, col solito linguaggio colorito, che l'Idv chiede che "l'ultimo atto del governo sia di dare dignità alla scuola, mettere in regola i precari e ridare quegli 8 miliardi di euro che si è fregato". L'impressione, comunque, è che i promotori della manifestazione di oggi non siano in grado di andare oltre adesioni circoscritte. Per fare di più, ed evitare l'isolamento, dovranno forse cercare alleanze ed evitare di contestare chi mostra attenzione per le loro iniziative. |