E adesso che cosa succederà alla scuola di Adro
e quanto costerà rimuovere il Sole delle Alpi?

di Guido De Franceschi Il Sole 24 Ore, 20.9.2010

Gli arredi e le strutture della scuola pubblica di Adro, istoriati in ogni dove con centinaia di riproduzioni del Sole delle Alpi (che il sindaco Oscar Lancini si ostina a definire in ogni sede come simbolo storicamente attestato nel suo paese e quindi del tutto estraneo al suo partito, la Lega Nord, che pure lo usa da tempo come proprio logo), sono costati assai. Oggi sul Corriere della Sera sono uscite cifre sorprendenti. Una su tutte i 7.500 euro spesi per i tappetini griffati Sole delle Alpi, per i quali è stato necessario approntare uno stampo originale in fase di produzione.

Il Sole 24 Ore.com ha cercato conferme di questi dati, ma ai telefoni del Comune bresciano si rincorrono i "magari, provi domani, ora non saprei chi passarle…". L'attendismo si spiega: infatti, dopo qualche prudente tentativo di ridimensionare la vicenda da parte di alcuni big del Carroccio, il sindaco Lancini era nel frattempo in riunione nel sancta sanctorum leghista di Via Bellerio, in cui si è trattenuto un paio d'ore, pur senza incontrare Umberto Bossi. Più loquace il coordinatore del circolo del Partito democratico di Adro, Silvio Ferretti. Secondo lui le cifre apparse sul Corriere sono verosimili. Si tratta di contributi arrivati da privati, «famiglie, ma soprattutto imprese, visto che si tratta di cifre alte, circa 15 mila euro per aula», dice Ferretti. Il coordinatore locale del Pd conferma che l'opposizione sta cercando di stimare i costi di un'eventuale sostituzione delle strutture e degli arredi da cui non sia possibile eliminare facilmente il Sole delle Alpi, mentre prepara un esposto alla Corte dei Conti perché il rimaneggiamento non gravi sulle casse del Comune ma sia finanziariamente coperto dai responsabili di questa iniziativa padanista.

In ogni caso, il primo cittadino Oscar Lancini è diventato a due riprese celeberrimo nelle cronache e negli editoriali (prima la querelle sulla mensa scolastica e poi quella sul Sole delle Alpi ossessivamente riprodotto all'interno e all'esterno della nuova scuola pubblica), ma di lui pochi ricordano le generalità, in quanto è citato perlopiù soltanto con il suo titolo istituzionale "il sindaco di Adro", usato ormai come se si trattasse di un nome d'arte. E ora per decidere se praticare a oltranza il "tegn dür" che appare di frequente sui manifesti del Carroccio oppure fare un passo indietro e cedere alla cancellazione dei Soli richiesta da più parti, si rivolge ai vertici del proprio partito. Infatti, l'intervento non propriamente laudatorio del ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, è stato metabolizzato dal sindaco Lancini con la consueta abilità di ineffabile incassatore. E comunque assicura di non saper nulla di eventuali malumori gelminiani.

D'altronde, come ammette il sindaco, nella filiera di comando da lui riconosciuta, ben più in su del ministro competente è assiso il Capo, cioè Umberto Bossi, il leader di quel partito che per pura coincidenza usa come brand quello stesso stilizzato simbolo solare adrense di cui la scuola del paese bresciano è una sorta di showroom di possibili utilizzi nell'architettura e nei complementi di arredo. In realtà, Lancini, che nel tardo pomeriggio ha lasciato via Bellerio senza fare dichiarazioni, non ha incontrato Bossi, ma avrebbe parlato con il segretario lombardo della Lega, Giancarlo Giorgetti, e con il deputato bresciano Davide Caparini. In sede erano presenti altri dirigenti, come il ministro Roberto Calderoli che potrebbero aver confidato al sindaco di Adro gli umori del leader.