Come si dice precario in inglese? di Francesca Barzini Il Fatto Quotidiano, 7.9.2010 Giuliana Lilli sta facendo lo sciopero della fame davanti a Montecitorio. Laurea in lingue, diploma della scuola interpreti di Perugia, master americano. Giuliana Lilli vorrebbe insegnare l’inglese (ha più di tutte le carte in regola), ma è precaria e per la misteriosa alchimia delle graduatorie non può. Eppure la Gelmini punta sull’inglese. Che si porta sempre. E’ dai tempi della Moratti che i governi Berlusconi amano tirar fuori la carta della lingua straniera. (Le 3i della Moratti e cioè impresa, inglese e internet ancora aleggiano). Ho usato il singolare perché francese, tedesco, spagnolo saranno bandite (o quasi) ignorando la sorte di chi le insegna e di chi le vuole imparare. Ma a grattar bene e a cercare di capire come e quando e quanto verrà insegnato si capisce poco. Alle elementari l’insegnamento è omeopatico a dosi crescenti: 1 ora in prima, 2 in seconda, 3 nelle classi successive. Agli insegnanti verranno imposti o offerti (?) corsi di aggiornamento. Leggo dal “Sole24 ore”, solitamente ben informato, che potranno insegnarlo maestri/e che avranno fatto un corso di 50 ore di cui 20 on line (saranno in grado?). Alle medie i genitori potranno aumentare fino a 5 le ore di inglese. A patto che: ci sia disponibilità di un insegnante in organico e che il preside collabori. I giovani europei (francesi, tedeschi e spagnoli) l’inglese lo sanno meglio di noi. Eppure solo pochi anni fa (anche causa sciovinismo) erano carenti come noi. Siamo sicuri che Maria Stella aiuterà le prossime generazioni ad allinearsi con l’Europa? |