SCUOLA

Precari della scuola in sciopero della fame,
oggi parla Gelmini

Al via l'anno scolastico nel segno delle contestazioni

  ApCOM, 2.9.2010

I precari protestano facendo sciopero della fame e la rabbia si allarga. L'anno scolastico parte all'insegna della contestazione mentre i 729mila insegnanti e le 237mila unità di personale non docente cominciano a preparare la ripresa delle lezioni. Ma in virtù dei tagli decisi, c'è una parte dei 250mila insegnanti iscritti nelle graduatorie ad esaurimento che rischia di accedere solo alle supplenze brevi: insomma i precari, magari da decenni, potrebbero lavorare anche solo poche settimane.

Oggi, il ministro Gelmini dovrà, per forza di cose, per la prima volta esprimersi durante una conferenza annunciata a Palazzo Chigi. Anche quattro precari della scuola milanesi sono entrati in sciopero della fame, seguendo l'esempio dei colleghi di Taranto, Roma, Benevento e Pordenone. Tutti sperano di ripetere il clamore mediatico realizzato, subito dopo ferragosto, da tre colleghi di Palermo - Pietro Di Grusa, Salvo Altadonna, e Giacomo Russo - che per oltre due settimane hanno resistito davanti all'Usp di via Praga. Russo da venerdì aveva deciso di continuare il digiuno volontario davanti Montecitorio ma è stato costretto al ricovero per evidenti segni di malessere e disidratazione: l'assistente tecnico ha però deciso, contro il volere dei medici, di tornare in piazza, dove di notte si protegge con una tenda da campeggio.

La protesta più 'drammatica è stata però avviata al nord dove Maria Carmela Salvo, 55enne maestra d'infanzia e primaria, originaria di Palermo, fa lo sciopero dormendo in macchina, a Maniago, in provincia di Pordenone, per rivendicare il posto di lavoro che i tagli del governo le stanno negando. La maestra ha parcheggiato la sua utilitaria nella piazza principale del paese friulano e là resterà finchè non avrà una cattedra. La vicenda dei precari della scuola sta assumendo dimensioni tali da obbligare le istituzioni a prendere una posizione ufficiale spezzando un silenzio che secondo i lavoratori della scuola è "assordante". Aqu