TAGLIO DELLE ORE
Respinto il ricorso del ministero Il Consiglio di Stato conferma il provvedimento del Tar del Lazio e chiede di "rideterminare l'orario complessivo annuale". A lezioni iniziate, con gli organici già definiti, la riorganizzazione per gli istituti diventa un vero rompicapo Salvo Intravaia, la Repubblica 30.9.2010 Istituti tecnici e professionali nel caos. Il Consiglio di Stato ha respinto l'appello presentato dal ministero dell'Istruzione contro il provvedimento del Tar Lazio che lo scorso mese di luglio sospendeva i provvedimenti della riforma Gelmini che riducevano le ore di lezione nelle seconde, terze e quarte classi dei tecnici e nelle seconde e terze degli istituti professionali. Ne dà notizia lo Snals, che ha promosso il ricorso al Tar. E a questo punto, visto che il massimo organismo della giustizia amministrativa intima al ministero di tornare sui propri passi, nessuno può prevedere cosa accadrà. Le lezioni sono iniziate da diverse settimane e i 750 mila studenti delle classi interessate hanno già iniziato con un orario settimanale light, le scuole si sono organizzate di conseguenza e, soprattutto, gli organici sono già stati definiti dai provveditorati. "Rideterminarsi sulla definizione dell'orario complessivo annuale delle lezioni delle seconde, terze e quarte classi degli istituti tecnici e delle seconde e terze classi degli istituti professionali", come chiede in burocratese il Consiglio di Stato, diventa un vero e proprio rompicapo. Perché la sforbiciata è già avvenuta. Lo scorso mese di luglio il Tar accoglieva il ricorso dello Snals perché sulla riduzione degli orari nelle classi intermedie dei tecnici e dei professionali a partita in corso non era stato acquisito il parere, non vincolante ma obbligatorio, del Consiglio nazionale della Pubblica istruzione (Cnpi). Il taglio dell'orario settimanale anche per coloro che avevano iniziato col "vecchio ordinamento", previsto dalla riforma, è sembrato subito un eccesso agli addetti ai lavori. Lo scorso 26 agosto infatti il Cnpi stila il suo parere e considera la mossa del ministro "illegittima" perché priva gli studenti di un diritto: quello di completare senza modifiche di sorta il corso di studi prescelto. In pratica, per fare quadrare i conti, a partire da quest'anno gli studenti delle seconde, terze e quarte classi dei tecnici studieranno 32 ore settimanali e i compagni delle seconde e terze degli istituti professionali scenderanno a 34, per proseguire dal prossimo anno con 32 ore settimanali. A saltare sono state soprattutto ore di Matematica, Informatica e delle materie tecniche dei vari indirizzi. Ma era l'unico modo per il ministero dell'Istruzione di rispettare il taglio di tutte le 87 mila cattedre preventivate nel 2008 dal ministro dell'Economia Giulio Tremonti. Per la decisione dei giudici di Palazzo Spada, il segretario dello Snals-Confsal, Marco Paolo Nigi, esprime "soddisfazione". |