La cabina di comando del Miur
ad una svolta critica

da TuttoscuolaNews N. 459 18.10.2010

Tra meno di due settimane il ministero dell’istruzione, in un sol colpo, rimarrà senza quattro direttori generali che hanno deciso pochi mesi fa contemporaneamente di lasciare il servizio, forse per evitare gli effetti economici della manovra finanziaria estiva. Un altro direttore generale, per le stesse ragioni, ha lasciato alcuni mesi fa.

Tra quelli che lasciano a novembre ve ne sono tre che occupano posti strategici nella cabina di regia ministeriale: il capo dipartimento dell’istruzione, Giuseppe Cosentino, il direttore generale degli ordinamenti, Mario Dutto, e il direttore generale per l’istruzione tecnica superiore, Maria Grazia Nardiello.

Si tratta di tre personaggi di lungo corso che lasceranno gli incarichi operativi per essere utilizzati per attività di consulenza tecnica presso lo stesso Miur, in un momento critico che chiederebbe il massimo di impegno e di capacità di intervento per sostenere l’avvio della riforma delle superiori e risolvere altre criticità legate ai cambiamenti apportati dal ministro Gelmini all’intero sistema di istruzione.

In un primo tempo sembrava che potessero essere trovate soluzioni di ricambio con il ricorso a personale non appartenente ai ruoli dell’Amministrazione ma già coinvolti negli attuali processi innovativi, ma la relativa quota massima dei posti in organico prevista dalle disposizioni è già stata raggiunta e, pertanto, si dovranno cercare soluzioni interne all’Amministrazione, attingendo, ad esempio dai direttori generali degli uffici scolastici regionali: tra smentite e conferme corrono i nomi di Lucrezia Stellacci, attuale direttore dell’Usr Puglia, di Francesco De Santis, dell’Usr Piemonte, e di Giuseppe Colosio, attuale direttore dell’USR Lombardia.

Per la sostituzione al Dipartimento dell’istruzione di Giuseppe Cosentino, sembra non vi siano soluzioni sicure in vista e si prospetta il conferimento di un interim al capo dipartimento ai servizi, Giovanni Biondi.

Un quadro di governance incerto al Miur, reso ancora più critico dalle numerose dimissioni volontarie di dirigenti di seconda fascia, che accresceranno il livello di criticità del sistema di governo amministrativo delle riforme in atto.