Lavoratori precari,
un futuro senza pensione
Il presidente dell'Inps dice che l'istituto
non permetterà a chi è iscritto alla “gestione separata” di poter
fare online una “simulazione” della propria pensione: "Si
rischierebbe un sommovimento sociale". Rivolta in Rete dei precari,
ma i sindacati rimangono in un imbarazzante silenzio
di Eleonora Bianchini
Il Fatto Quotidiano, 13.10.2010
Precari in allarme, un futuro senza pensione. E i sindacati che
fanno? Tacciono. Nei giorni in cui su Internet si
moltiplica il tam tam intorno al destino dei parasubordinati, i
confederali sono impegnati a esprimere solidarietà e sdegno nei
confronti degli attacchi con uova e vernice alle sedi della Cisl di
Terni e Roma. Ma non sono loro che devono difendere i lavoratori? Se
lo domandano i giovani che in Rete hanno dato il via al passaparola
della dichiarazione di Antonio Mastrapasqua,
presidente dell’Inps, che lo scorso 6 ottobre sulle pagine del
Corriere della Sera
ha chiosato al convegno dell’Ania e Consumatori: “Se dovessimo dare
la simulazione della pensione ai parasubordinati rischieremmo un
sommovimento sociale”. Questo significa che, mentre i lavoratori che
entro 12 mesi raggiungono il diritto al pensionamento possono
consultare online quanto riscuoteranno, per i precari l’incertezza
sulle cifre è assoluta. I contributi che pagano oggi, ovvero il 26%
del loro stipendio, finisce nelle casse dell’istituto di previdenza
per pagare nonni e genitori. Non certo il loro futuro.
La notizia passa in sordina sui media tradizionali ma viene
rilanciata in rete, da
Agoravox a
Beppe
Grillo, e su Facebook sono in
decine di migliaia a condividere
questo post di Blogosfere. La protesta sale su Internet, ma non
trova una reazione adeguata dei sindacati che glissano sulla
“battuta” del presidente dell’Inps. Nei commenti sui social network
emerge un dato certo: i sindacati rappresentano solo i loro
tesserati, ovvero chi è in procinto o già in pensione. E i giovani
pensano a due alternative plausibili: lavorare in nero ed evitare di
pagare i contributi. Insomma, sì all’illegalità e ai soldi sotto il
materasso piuttosto di un versamento iniquo, peraltro a favore di
chi ha già goduto di maggiori garanzie e tutele. Ilaria
Lani, reponsabile coordinatrice politiche giovanili
Cgil nazionale è imbarazzata: “Il timore è che
questa dichiarazione abbia paradossalmente incentivato il lavoro
nero, mentre i giovani dovrebbero essere più interessati a conoscere
la loro realtà contributiva”. La Cgil tergiversa così sul vero
problema: non è una scarsa diligenza dei contribuenti in tema di
gestione separata, piuttosto è la consapevolezza radicata che ciò
che oggi versano all’Inps non confluirà nella loro pensione. E ci
sono anche altri problemi: “Certo, è evidente il nodo della
sostenibilità intergerazionale ed è necessario sensibilizzare anche
sulla pensione integrativa”. Ma quali precari, oggi, possono
permettersi di pagarla? Pochissimi perché i soldi in busta paga sono
ancor meno. Maurizio Petriccioli,
segretario confederale della Cisl, spiega che il sindacato non era
nemmeno a conoscenza della dichiarazione di Mastrapasqua: “Apprendo
ora della notizia e credo che Mastrapasqua sia stato incauto. In
questa situazione è preferibile una maggiore responsabilità alle
dichiarazioni inopportune”. Anche se la situazione è drammatica.
“Intendiamoci, l’allarme non è di oggi. Per questo chiediamo da
tempo la riduzione della forbice tra lavoro standard e
parasubordinato, perché la forte differenza in termini contributivi
si ripercuoterà sulla pensione”. Se il sindacato fosse così
propositivo, sarebbero incomprensibili le ragioni dei precari, ma
Petriccioli è convinto che la Cisl sia sulla strada giusta: “Non
credo che ci sia un buco di rappresentanza. Certo, dobbiamo
migliorare ed è necessaria anche la volontà politica di farlo. Se
Mastrapasqua dice così deve anche fornire una soluzione”. Sorprende
in ogni caso che la Cisl sia concentrata sul lancio di uova e
vernice e non abbia né visto né commentato la dichiarazione del
Presidente dell’Inps. “E’ legittimo che in casi di violenza così
eclatante si manifesti solidarietà. Non si tratta di un complotto.
Noi di precari ci siamo sempre occupati”. L’unico a emettere un
comunicato all’indomani della dichiarazione contestata è stato
NidiL – Cgil, che si occupa di lavoratori atipici.
“Il problema è reale”, spiega la segretaria generale
Filomena Trizio. “Non so quali stime abbia
Mastrapasqua e la recessione di oggi è un’aggravante sul maturato
pensionistico. Il mondo del lavoro ha creato condizioni
individualizzate, ma i precari devono ancora credere nei sindacati e
rivolgersi a loro con più forza”. Domenico
Proietti, segretario confederale Uil con la delega ai temi
della previdenza elenca i successi del lavoro sindacale: “Siamo
impegnati per trasformare la flessibilità in stabilità aumentando
anche la contribuzione”. Come è possibile che la Uil non si sia
pronunciata a fronte di una dichiarazione simile? Non sarà forse che
è lontana da chi pretende di rappresentare? “Commentiamo le notizie
solo quando veniamo sollecitati”, puntualizza Proietti. “I precari
sanno che siamo dalla loro parte e non parliamo solo con le parole
di Mastrapasqua, che ha confermato quanto il futuro delle giovani
generazioni sia segnato al ribasso. E ai parasubordinati, adesso,
manca davvero qualcuno che, fuori dalla piazza virtuale, porti
avanti i loro diritti.