SCUOLA
Federazione materne scrive parlamentari:
Da 10 anni fondi 531 mln invariati, grave se
passa taglio 258 mln ApCOM, 27.10.2010 Roma, 27 ott. (Apcom) - Le proteste della 'Federazione italiana scuole materne' in difesa della scuola paritaria italiana sono state fatte pervenire a tutti i parlamentari di Camera e Senato: a comunicarlo è la stessa Fism, spiegando di aver scritto a tutti i deputati e senatori per far loro conoscere "la problematica situazione della scuola paritaria italiana e le drammatiche condizioni in cui essa rischia di trovarsi nell'immediato futuro qualora la legge finanziaria per il 2011 venisse approvata mantenendo i tagli previsti al capitolo relativo ai contributi destinati alle scuole paritarie". Nella lettera la Fism ricorda che i finanziamenti assegnati a tutta la scuola paritaria - 531 milioni di euro per il 2010 - sono sostanzialmente rimasti immutati da 10 anni, nonostante l'aumento dei costi di gestione. "Anzi - spiega la federazione - nelle proposte di legge finanziaria del 2009 e del 2010 era stato previsto un taglio, rispettivamente, di 120 e di 130 milioni di euro. Tali somme sono state recuperate a seguito delle forti proteste da parte delle scuole paritarie e di larga parte della società civile, ma l'attuale disegno di legge finanziaria prevede, per l'anno 2011, ancora una volta un taglio di ben 258 milioni di euro".
Si sottolinea, sempre in difesa dell'istruzione paritaria, il
riconoscimento delle scuole 'paritarie' stabilito, come previsto
dall'articolo 33 della Costituzione, dalla Legge n. 62 del 2000 che
definisce tali scuole, siano esse gestite da privati o da enti
locali, facenti parte, a tutti gli effetti, del 'Sistema Nazionale
di Istruzione'. Secondo la Fisl, la scuola paritaria nel nostro paese fornisce di fatto un beneficio allo Stato italiano, non soltanto in termini di pluralità dell'offerta formativa, di "virtuosa concorrenza" tra scuole, di libertà di educazione e di reale sussidiarietà, ma anche in termini strettamente economici: "un bambino che frequenta una scuola dell' infanzia statale - sostiene la federazione - comporta, infatti, una spesa, per le casse dello Stato, superiore a 6.000 euro l'anno, mentre la media della spesa per un bambino che frequenta una scuola dell'infanzia non statale si aggira sui 500 euro l'anno". Quote "modestissime", ma che qualora "venissero ridotte non potrebbero essere compensate da aggravi alle rette delle famiglie, data la situazione socio-economica e che non poche scuole dell'infanzia sarebbero costrette, loro malgrado, a cessare di fornire il loro pluridecennale servizio pubblico alle rispettive comunità. Il che comporterebbe un immediato impegno a doverle sostituire da parte dello Stato, con costi aggiuntivi facilmente ed immediatamente calcolabili". Per questo, conclude la Fism, un'ulteriore riduzione dei finanziamenti prevista dalla prossima legge finanziaria "determinerebbe, nel giro di pochi anni, addirittura la scomparsa della scuola paritaria". |