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Roma: "Scuola vietata ai disabili"
Mancano gli insegnanti di sostegno

Il rapporto tra i docenti specializzati e i diversamente abili sfiora quasi l´uno a tre. L´allarme di professori e genitori: solo 6.250 per 17 mila richieste.

di Viola Giannoli e Sara Grattoggi, la Repubblica di Roma 24.10.2010

Sono sempre di più i bambini e i ragazzi che nella Capitale hanno bisogno di un insegnante di sostegno. Solo quest'anno le richieste hanno toccato quota 16.600, a fronte di circa 6.250 posti disponibili in provincia di Roma. Un rapporto tra docenti e diversamente abili che sfiora quasi l'uno a tre. Poco o nulla, insomma, rispetto alle esigenze reali.

"Alla Pistelli, alla Vaccari e al Parco della Vittoria abbiamo meno insegnanti di sostegno del necessario - racconta la preside dei tre istituti Brunella Maiolini - Alla scuola d'infanzia della Pistelli ci sono 8 bimbi disabili, di cui 6 gravi, inseriti in classi numerose (anche di 27-28 alunni) e solo 3 docenti di sostegno. Una situazione simile a quella dell'elementare Pistelli, dove ci sono 26 alunni disabili e solo 11 insegnanti". Nemmeno all'Istituto Vaccari, dedicato ai bimbi con handicap, le cose vanno meglio: l'anno scorso c'erano 14 posti di sostegno per 31 alunni; quest'anno gli studenti sono 33, ma gli insegnanti sono scesi a 13.

Stesso quadro alla Maffi: "Abbiamo 27 portatori di handicap e per rispettare le deroghe 1 a 1 (i casi in cui la disabilità è così grave da richiedere la presenza di un'insegnante di sostegno per ogni bambino 22 ore la settimana, ndr) ci servirebbero 13 docenti di sostegno. Invece ne abbiamo solo 11 e non riusciamo a coprire tutte le ore necessarie in ogni classe" spiega la preside Renata Puleo. Una situazione resa ancor più difficile dalla presenza di alunni dislessici e disgrafici e da studenti che provengono da contesti difficili.

"La situazione peggiora di anno in anno" racconta Melissa Cocciatelli, mamma di un bimbo microcefalico e affetto da crisi epilettiche che frequenta la quarta elementare alla Principe di Piemonte. "Quando mio figlio era in prima, l'insegnante di sostegno era sempre con lui, a volte in compresenza con l'Aec (assistente educativo-culturale, ndr). Oggi, invece, l'insegnante copre solo 11 ore su 40, l'Aec 18. Mio figlio rimane solo per una decina di ore la settimana e sono molto preoccupata perché se dovesse avere una crisi, come farebbe una maestra sola a gestirla, sorvegliando contemporaneamente altri 24 bambini?". Per fronteggiare il problema nel 49° circolo didattico, insegnanti e genitori hanno chiesto un'integrazione del personale, che dovrebbe essergli accordata.

Ma per molti l'unica soluzione è la battaglia legale. "Chi fa ricorso, quasi sempre lo vince - spiega Paolo Mazzoli, presidente dell'Asal (Associazione scuole autonome del Lazio) - Però non è giusto che per vedere riconosciuto un proprio diritto i genitori siano costretti a questo. Così si penalizzano le famiglie più povere che non si possono permettere di pagare dei legali e dunque di ottenere il giusto sostegno per i figli".