Rischia la sospensione la professoressa
contestata da studenti e genitori

Si rifiuta di sottoporsi a visita medica per accertare l'idoneità all'insegnamento

da ViterboOggi, 21.10.2010

VITERBO – Al momento appare senza via d’uscita la querelle che contrappone gli studenti dell’Isis di Tarquinia alla loro insegnante di lettere. L’incontro avuto ieri (20 ottobre) con il direttore scolastico provinciale Mauro Arena, al quale ha partecipato anche il preside dell’istituto Nicola Guzzone, non è servito a trovare una soluzione.

La professoressa è rimasta irremovibile sulle sue posizioni, tanto che ora rischia dapprima la sospensione cautelativa e poi il trasferimento d’ufficio. O addirittura entrambi i provvedimenti contemporaneamente. SI è infatti rifiutata di sottoporsi a una visita medica collegiale per accertare la sua idoneità all'insegnamento, cosa che peraltro fa da circa un anno e mezzo. Alcuni giorni fa non ha accettato nemmeno la notifica della lettera con la quale le veniva comunicata la decisione del preside di chiedere l'accertamento sanitario nei suoi confronti.

I vertici dell'ufficio scolastico provinciale e dell'istituto, come fanno da giorni, si sono rifiutati di fare qualunque commento sulla vicenda. Secondo quanto si è appreso, però, sarebbero determinati a risolvere la questione entro la prossima settimana, soprattutto per porre fine alla protesta degli studenti che, sostenuti dai genitori, si rifiutano di entrare in classe durante le sue lezioni. Alle tre classi direttamente interessate, per solidarietà, si sono poi uniti tutti gli alunni della scuola, alcuni centinaia di ragazzi.

Oggi all'Isis dovrebbe essere un giorno tranquillo in quanto l'insegnante ha il giorno di riposo. Domani invece, come ha annunciato lei stessa durante l'incontro, sarà regolarmente in classe. Per scuola e le forze dell'ordine s'annuncia un'altra giornata difficile.

Intanto, in attesa delle decisioni delle autorità scolastiche, la professoressa si prepara a resistere. "Ho sacrificato tutta la vita per preparare i concorsi ed ottenere l'idoneità all'insegnamento – dice all’uscita dall’incontro -, non mi sono nemmeno sposata per raggiungere questo obiettivo. Non mi lascerò umiliare e rovinare dalla protesta degli studenti e dalla cattiveria di alcuni dirigenti della scuola. Non permetterò che non mi considerino più un essere umano".

"Sono anni - aggiunge - che provano a farmi togliere l'idoneità con la visita medica collegiale. Ma io non l'ho mai accettata e non l'accetterò mai. Due anni fa, quando insegnavo all'Itis di Viterbo, mi hanno costretta a tenere una lezione davanti ad un ispettore ministeriale. Io ho così perso ogni autorevolezza verso i ragazzi. L'anno scorso, invece, mi hanno trasferita d'ufficio, ma il Consiglio di Stato ha accolto il mio ricorso. E non mi arrendo nemmeno questa volta, anche se ho già speso 20mila euro per le parcelle degli avvocati".

In effetti, la professoressa negli ultimi anni ha già avuto problemi analoghi nelle altre scuole in cui ha insegnato. Al centro della contestazione ci sono sempre stati i suoi metodi d'insegnamento. Secondo quanto si è appreso negli ambienti scolastici, tutto sarebbe iniziato con una crisi depressiva che l'avrebbe colpita tempo addietro. "Ma non riusciranno per questo a farmi passare per pazza" dice lei.

E se per risolvere la complicata situazione bastassero un po’ di solidarietà e i consigli di un buon psicologo?