Fioroni (Pd) rilancia sul merito. da TuttoscuolaNews N. 458 11.10.2010 La lettera inviata dall’ex ministro dell’Istruzione Giuseppe Fioroni al Corriere della Sera la scorsa settimana, significativamente intitolata “Il centro sinistra non può solo difendere i precari”, ha suscitato interesse e dibattito per l’opinione espressa dal parlamentare Pd sull’opportunità che, al di là della questione del precariato, “il dibattito sulla scuola, anche nel centrosinistra, debba e possa tornare ad avere un respiro più ampio”. Serve con urgenza, in particolare, un diverso sistema sia di formazione che di reclutamento, mentre per far fronte al problema dei precari, scrive Fioroni, “giudicherei una decisione saggia e giusta che le graduatorie permanenti, già trasformate in graduatorie ad esaurimento, vengano effettivamente utilizzate per bloccare quella che è diventata una fabbrica delle illusioni”. Quanto al personale in servizio, servirebbero “periodi sabbatici presso le università in corsi con valutazioni finali”, e “risorse adeguate per premiare il merito (dei docenti) e individuare una metodologia per evidenziarlo, fondata su riscontri oggettivi e sulla reputazione”. L’apertura di Fioroni a una visione più complessiva e strategica dei problemi del personale della scuola è stata apprezzata dai segretari della Uil scuola e della Cisl scuola. Di Menna (Uil) ha dichiarato di apprezzare nelle parole dell’ex ministro “un metodo che sposta il dibattito della scuola dallo scontro politico, dal ring delle opposizioni ideologiche, all’apertura di un ampio dibattito che veda la politica svolgere un ruolo di sostegno e sviluppo del sistema istruzione”. Scrima (Cisl) a sua volta trae dalla lettera di Fioroni una indicazione politica: “Se anche nella maggioranza si abbandonasse ogni pretesa di autosufficienza, ne guadagnerebbe molto la qualità del confronto e delle scelte sulla scuola: scelte che, trattando di un bene comune, sarebbe sempre meglio fossero quanto più possibile condivise”. Un auspicio, quest’ultimo, che Tuttoscuola apprezza. E non da oggi, come ben sanno i lettori. |