Scuola

Rete studenti, domani in piazza in cento città

dall'AGI, 16.11.2010

(AGI) - Roma, 16 nov. - Domani la Rete degli studenti e l'Unione degli universitari organizzano cortei in più di 100 città per la giornata mondiale di mobilitazione per il diritto allo studio. Mentre la lista delle mobilitazioni in giro per il mondo continua ad infittirsi (dal Portogallo alla Francia passando per l'Inghilterra e le Filippine) in Italia, spiega una nota della Rete degli studenti, la protesta va avanti da settimane: assemblee, sit-in, cortei ma soprattutto occupazioni, autogestioni e cogestioni di scuole ed università sono le parole d'ordine dell'ultimo mese.

In poche settimane in tutta Italia gli studenti hanno deciso di bloccare la didattica tradizionale e di riconquistare il presente, riappropriandosi dei propri spazi e del proprio futuro, da Bolzano a Palermo passando per Torino e Roma, gli studenti sono entrati in agitazione permanente occupando le scuole ma anche mettendo in campo nuove forme di protesta: dalle lezioni in piazza ai flash mob alle cogestioni che riportano all'interno delle scuole e le università il fronte unico in difesa della scuola pubblica che scende nelle piazze: studenti, docenti, genitori, precari, si riappropriano della scuola non per distruggerla, come sta facendo questo governo, ma per ripensarla dal basso.

L'agitazione di questi mesi ha portato alla giornata internazionale di mobilitazione di domani con più di 100 piazze, Trento, Venezia, Padova, Torino, Milano, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Lecce, Palermo, Catania fra le principali. "Dopo l'ultimo, sconcertante, aumento dei fondi alle scuole private, approvato nel maxiemendamento ultimo colpo di coda di questo governo - sostiene la Rete degli studenti - ci sembra palese che la scelta di tagliare sulla scuola pubblica non sia una necessità, ma nasconde un'intenzione ben precisa: eliminare l'alternativa culturale e il pensiero critico nel nostro paese, consegnarci un futuro fatto di precarietà, assenza di diritti, crisi. Ma la nostra intenzione non e' di arrenderci: vogliamo fondi per la scuola pubblica da investire prima di tutto sull'edilizia scolastica, basta morire sotto le macerie delle scuole, su una nuova didattica, fatta di insegnanti competenti e preparati, non licenziati, più democrazia e partecipazione nelle scuole, via il riordino delle secondarie che taglia tutto il possibile portando al collasso le nostre scuole.

La giornata di domani però, non segnerà la conclusione del movimento, anzi, nelle prossime settimane partiranno le occupazioni, le cogestioni e le autogestioni anche in altre regioni e città, fino ad arrivare alla data del 27 novembre, manifestazione nazionale della Cgil, in cui gli studenti scenderanno ancora una volta in piazza a fianco dei lavoratori".