Scuole paritarie. da Tuttoscuola, 4.11.2010 Se questi due ultimi anni sono stati difficili per le scuole paritarie, il 2011 potrebbe esserlo ancora di più se le attuali disposizioni finanziarie non verranno modificate per tempo. La previsione è questa: 253 milioni di euro dei 534 attuali saranno cancellati, lasciando alle scuole paritarie poco più della metà del finanziamento di cui hanno goduto in tutti questi anni, da quando cioè nel 2000 è stata approvata la legge n. 62. 253 milioni di euro in meno rappresentano una “sforbiciata” del 47%, un pesante salasso che metterebbe alle corde l’intero sistema paritario, compromettendo, oltre ai rapporti politici e istituzionali attuali (la maggior parte delle scuole paritarie sono dell’infanzia con gestori cattolici), la stessa sopravvivenza di molte piccole scuole. In Parlamento, come riferisce anche il quotidiano dei vescovi italiani, l’Avvenire, è in atto una mobilitazione da parte di esponenti della stessa maggioranza che hanno presentato un emendamento alla finanziaria, indirizzando al ministro Tremonti e allo stesso premier una richiesta, firmata da cento deputati, per il ripristino dei fondi. L’iniziativa, maturata all’interno del Pdl, ha riscosso consensi da parte di esponenti sia degli altri gruppi della maggioranza che dell’opposizione (in particolare l’Udc). Nei prossimi giorni la “battaglia” entrerà nel vivo alla Camera, ma la partita finale sarà giocata tra circa tre settimane quando proprio a Montecitorio arriverà il cosiddetto decreto “Milleproroghe”, un provvedimento che sta diventando di giorno in giorno la soluzione taumaturgica delle tante sofferenze finanziarie del sistema di istruzione. E non solo di quelli. Intanto Berlusconi da Bruxelles rassicurava che sono state trovate le risorse necessarie. “Il taglio previsto per le scuole non statali non è una medicina amara: è una medicina mortale” ripetono con forza le associazioni della scuola paritaria cattolica. Il Presidente della Fidae don Francesco Macrì - intervistato da Tuttoscuola - ha dichiarato “Noi auspichiamo che alle dichiarazioni del Presidente del Consiglio Berlusconi seguano fatti in quella direzione. Il finanziamento pubblico della scuola paritaria risponde infatti non solo al riconoscimento di un diritto umano e costituzionale, come è quello della libertà di scelta educativa, ma anche ad un principio di lungimiranza politica, di saggia economia. A parità di servizi erogati rispetto a quelli della scuola statale ha un costo molto più basso, e stante l’attuale difficoltà del bilancio dello Stato su questo aspetto dovrebbe essere molto più avvertita l’attenzione sia del ministro Tremonti che del ministro Gelmini”. |