Università, cresce la protesta
Occupate Sapienza e Normale

A Roma inscenato all'Arco di Costantino il crollo degli atenei
Ricercatori italiani su tetti del Cern di Ginevra

 Il Messaggero, 29.11.2010

ROMA (29 novembre) - Cresce la protesta negli atenei italiani contro la riforma Gelmini Cortei, occupazioni, lezioni all’aperto ci sono state un po’ ovunque, anche se il presidente della Crui Enrico Decleva ritiene che la protesta sia «gonfiata».

A Roma oggi è stata occupata la facoltà di Lettere dell'università la Sapienza. L'occupazione si va ad aggiungere a quelle di tutte le facoltà della cittadella universitaria da oggi in mobilitazione. Ingegneria, Igiene, Scienze politiche, Giurisprudenza e via via tutte le altre, fino ad Architettura di Valle Giulia hanno risposto all'appello delle assemblee degli studenti tenute da questa mattina nelle diverse facoltà dove sono stati indetti due giorni di mobilitazione contro il ddl Gelmini fino a martedì quando, dalle 9,30 in piazzale Aldo Moro, si muoverà il corteo alla volta di Montecitorio.

La protesta ha varcato anche i confini italiani e un gruppo di ricercatori, studenti e dottorandi italiani che lavorano al Cern di Ginevra, uno dei più grandi laboratori di fisica nucleare, è salito tetto della palazzina che ospita l’amministrazione centrale. Secondo gli studenti e ricercatori italiani al Cern, «se questa riforma passasse si metterebbe in pericolo il ruolo di leadership nella ricerca che l’Italia ha conquistato con la fatica e la passione di tanti scienziati».

Riprenderà intanto martedì mattina alle 10 l'esame della riforma dell'Università alla Camera. «Il voto finale - afferma la relatrice del ddl, Paola Frassinetti (Pdl) - potrebbe arrivare già nel primo pomeriggio». Giovedì la discussione in aula si era interrotta sull'emendamento «anti parentopoli» proposto dall'Italia dei Valori, per vietare ai parenti (fino al terzo grado) di un professore universitario di concorrere alle cattedre nello stesso ateneo. Un emendamento che la maggioranza considerava giusto in via di principio, ma con dei problemi di costituzionalità.

Intanto il rettore dell'ateneo fiorentino Alberto Tesi ha invitato tutti i docenti a non fare lezione martedì. «Considerata l'importanza della giornata di domani per il futuro dell'Università italiana - si legge in una nota diffusa sul sito dell'ateneo fiorentino - il rettore Alberto Tesi, d'accordo con i presidi delle Facoltà, facendo seguito a quanto profilato nella seduta straordinaria del Senato Accademico di mercoledì 24 novembre, invita tutti i docenti a sospendere l'attività didattica ordinaria favorendo momenti di riflessione sui temi della riforma».

«Le parole del Rettore dell'Università di Firenze sono vergognose e dimostrano quale resistenza stia mettendo in atto la parte più conservatrice del sistema universitario italiano per non approvare la riforma», ha risposto in una nota il ministero dell'Istruzione.

«Quello del rettore di Firenze è stato un comportamento inaccettabile e inqualificabile di chi vuole conservare i propri privilegi», ha aggiunto il ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini. «È il solito copione che si ripete dal 1968. Rettori e professori che sospendono le lezioni sulla pelle dei ragazzi che non possono più studiare. Alcuni rettori che per la prima volta vedono messe in discussione le loro rendite di posizione tentano di bloccare la riforma. Non ci riusciranno perché il 90% degli studenti vuole che l'università cambi, diventi più moderna e che vengano abbandonati i vecchi slogan».

A Milano, grazie a un blitz passato inosservato ai tanti agenti delle forze dell'ordine che presidiano il municipio, due ricercatori milanesi hanno esposto per qualche minuto sulla facciata di Palazzo Marino uno striscione contro la riforma dell'università. Aiutati dal capogruppo del Pd in consiglio comunale Pierfrancesco Majorino, un dottorando di Scienze Politiche, Filippo Barberis e un ricercatore di Chimica Alessandro Caselli, entrambi dell'Università Statale, sono riusciti a entrare nel municipio e a raggiungere il balcone che si affaccia su Piazza Scala e da lì hanno srotolato uno striscione con su scritto: «Sì alla riforma dell'università no al Ddl Gelmini».

Occupata la Normale di Pisa. Alcune decine di normalisti hanno occupato stamani la Scuola Normale Superiore di Pisa. Un gruppo di studenti è anche salito sul tetto della Torre di Ugolino dove hanno raggiunto la campana e l’hanno fatta suonare. La piazza dei Cavalieri, antistante il Palazzo della Carovana, sede storica della Normale, è stata invasa da un migliaio di studenti delle diverse facoltà dell’ateneo pisano, dove oggi la didattica è sospesa in seguito all’occupazione di aule, dipartimenti e facoltà. Non era mai accaduto prima che i tre atenei pisani si bloccassero contestualmente.

Roma: inscenato il “crollo” dell’università. Hanno recintato l’Arco di Costantino a Roma con cartelli di pericolo e del nastro bianco e rosso, quello utilizzato per delimitare strutture a rischio crollo. È l’iniziativa degli studenti di archeologia e storia dell’arte dell’università La Sapienza di Roma, che hanno chiesto «la sfiducia» per il ministro dei Beni Culturali Sandro Bondi e hanno protestato contro il ddl Gelmini. Gli studenti, un centinaio, hanno anche costruito un muro con delle scatole, che hanno poi fatto simbolicamente crollare su alcuni ricercatori. «Crolla Pompei, si rivoltano gli atenei», è stato lo slogan degli universitari, che hanno anche contestato «I nuovi provvedimenti sulla formazione professionale in ambito culturale». Prima di andare via, i manifestanti hanno esposto uno striscione riferito al governo, dalla scritta “Io non mi fido”.

Piovani sul tetto di Architettura. Continua anche la mobilitazione e la solidarietà del mondo della cultura italiana per i ricercatori precari che da una settimana occupano il tetto della facoltà di Architettura di Roma Tre, nella Capitale. Oggi sono saliti con i manifestanti l'attore e regista teatrale Ulderico Pesce, il compositore Nicola Piovani, il direttore dell'Unità Concita De Gregorio, il drammaturgo Renato Nicolini e il regista Ettore Scola.

Venezia: protesta su tetto palazzo di Canal Grande. Dopo la Basilica di San Marco, il Canal Grande come palcoscenico della protesta anti-Gelmini: a Venezia un gruppo di studenti e ricercatori oggi sono saliti sull’altana di Palazzo Cappello, la sede degli studi euroasiatici dell’Università Cà Foscari che si affaccia sul Canal Grande.

Cosenza: bloccati capolinea dei bus. Alcune centinaia di studenti dell’Università della Calabria hanno occupato la zona della stazione dei bus del campus dell’Università della Calabria, ad Arcavacata di Rende, impedendo di fatto arrivi e partenze degli automezzi.

Siena: in strada tre cortei. Tre diversi cortei di studenti hanno sfilato per le strade di Siena. Ogni corteo raccoglie le facoltà di una diversa zona della città. Al corteo partecipano anche alcuni professori e ricercatori. Al momento non è stato deliberato ufficialmente alcun blocco della didattica, che avviene comunque a macchia di leopardo in alcune facoltà in accordo tra studenti e docenti.

Firenze: occupato il rettorato. Una quarantina di studenti universitari ha occupato in mattinata la sala del Rettorato dell’Università di Firenze, in piazza San Marco, dove era in corso una riunione della Commissione didattica di Ateneo: la riunione è stata sospesa. Il blitz è scattato poco dopo le 11. Nel pomeriggio un gruppo di studenti, provenienti dal polo di Scienze sociali di Novoli, ha invaso i binari ferroviari poco lontano dalla stazione di Rifredi bloccando la circolazione dei treni. E - scrivono in una nota - «una cinquantina di studenti di Sinistra Universitaria - UdU Firenze, insieme ai ricercatori di Firenze, hanno occupato il tetto del Polo Universitario di Novoli».

L’Aquila: lezioni nella zona rossa. Varca anche i confini della zona rossa del capoluogo di regione distrutto dal terremoto del 6 aprile 2009. L’annunciato sit-in in piazza Duomo in una delle poche aree agibili del centro, ha visto la partecipazione di circa 300 persone. Tra loro molti studenti della Facoltà di Lettere che hanno deciso di varcare le transenne e tornare a fare simbolicamente una lezione all’aperto davanti a Palazzo Camponeschi, uno degli edifici più lesionati.

Continua a Sassari e Cagliari il presidio da parte di studenti, ricercatori e docenti, dell’aula Eleonora d’Arborea all’interno dell’università sassarese e del Palazzo delle Scienze nel capoluogo dell’isola.

Decleva: una protesta gonfiata. «È una falsificazione dire che tutti gli studenti, o la maggioranza di loro, siano contro questa riforma dell’università. Così come è una falsificazione dire che tutti i rettori, o la maggioranza di loro, siano contro. Non è vero». Parola di Enrico Decleva, rettore dell’università degli Studi di Milano e presidente della Crui (Conferenza dei rettori delle università italiane). «Le percentuali lasciamole ai sondaggisti, ma complessivamente questa protesta è gonfiata».