SCUOLA
Aumento fondi private
A sostenerlo sindacati e opposizione: così si
demolisce statale ApCOM, 12.11.2010 Roma, 12 nov. (Apcom) - Sindacati ed opposizione non gradiscono l'incremento dei fondi destinati dal governo alla scuola paritaria, confermata dal viceministro dell'Economia, Giuseppe Vegas: la decisione contenuta nel maxiemendamento al ddl di stabilità, attraverso cui è stato deciso di portare il finanziamento dagli ormai 'canonici' 130 a 245 milioni di euro, sono state oggi duramente criticate perché, secondo i contestatori, acuirebbero il divario di trattamento degli istituti scolastici gestiti dallo Stato (nei cui confronti è stato adottato un piano di ridimensionamento triennale delle spese che sfiora gli 8 miliardi di euro ed il taglio tra docenti ed Ata di 140mila posti) rispetto a quelli privati. Per il segretario della Flc-Cgil, Mimmo Pantaleo, siamo di fronte ad "un Governo in agonia che vuole completare l'opera di demolizione della conoscenza pubblica per lasciare spazio alla privatizzazione": non a caso "sono confermati i tagli per la scuola, anche per il prossimo anno e nel contempo sono aumentati di 245 milioni i fondi per le scuole paritarie".
Duro anche il giudizio di Francesca Puglisi, responsabile Scuola del
Pd, secondo cui "il ministro Gelmini spera di salvarsi l'anima
reintegrando soldi alle scuole paritarie: peccato che si sia
dimenticata di reintegrarli anche alla scuola pubblica". Al Partito democratico non piace nemmeno la procedura di destinazione dei fondi, in particolare perché "i fondi alle paritarie, prima assegnati dagli Uffici scolastici regionali, sono ora concessi direttamente dal ministero. Ciò significa meno possibilità di controllo sul servizio che le paritarie svolgono. E fa sorgere il dubbio - conclude la responsabile Scuola del Pd - che i finanziamenti possano trasformarsi in tante prebende concesse con discrezionalità". A gridare allo scandalo è anche l'Italia dei valori, che nei giorni ha presentato il ddl di revisione della scuola, realizzato assieme all'Unicobas, anche in Senato: "in queste ore - hanno scritto in una nota congiunta il leader dell'Idv, Antonio Di Pietro, e il responsabile lavoro e welfare, Maurizio Zipponi - l'esecutivo sta aumentando il finanziamento alle scuole private, e allo stesso tempo demolisce la scuola pubblica, mandando a casa oltre 140 mila insegnanti, servitori dello Stato. A questo punto per l'IdV non esistono più mezze misure, occorre dichiarare chiusa la fase berlusconiana". |