La valutazione non può essere
una terapia per il burnout
(replica a ilsussidiario.net)

Vincenzo Pascuzzi, 29.3.2010

Mi riferisco all’articolo sulla scuola apparso, in data 28 marzo 2010, sul sito il sussidiario.net, con il titolo «Ecco perché valutare i prof li aiuta a non diventare “matti”». Non voglio azzardare ipotesi sulle intenzioni dell’autore, ma l’articolo si presta – per i suoi contenuti - a poter essere usato come diversivo (o ciliegina sulla torta?) in relazione alla c.d. riforma Gelmini moltissimo criticata e contestata oppure come spinta o presupposto a favore di altre iniziative relative alla selezione, formazione, valutazione degli insegnanti sia di ruolo che precari. Iniziative che preoccupano gli insegnanti proprio in relazione ai guasti già prodotti dalla citata riforma negli ultimi due anni.

Cominciano dal titolo che, a mio giudizio, risulta infelice, forzato, strambo e falso. È vero che gli insegnanti sono la categoria più esposta alla sindrome di burnout, ma è azzardato e velleitario dire che questa possa essere prevenuta o curata con la valutazione: lasciamo il compito della cura a medici e psichiatri esperti, magari ricorrendo, per i casi estremi, a strutture come quella di La Verrière in Francia.

Al riguardo segnalo che Barbara Olper e Giordano Lovato confermano che: “è necessario evitare di cadere nella illusione di dare risposte preconfezionate ad una questione in cui i fattori in gioco vanno incrementandosi in complessità” (1).

Sempre sul burnout, il 17 dicembre 2009, il Centro Studi Gilda ha tenuto a Padova un Convegno Nazionale “La fatica di insegnare. Una professione usurante” (2). Quanto emerso andrebbe considerato.

Risulta, inoltre, improprio mettere in relazione quanto avvenuto a Briona e Novara (episodi gravi e preoccupanti ma rari se non rarissimi) con il burnout che è sicuramente molto più diffuso. Già nel 2003: “I dati confermano la preoccupazione: il 54% della categoria ritiene di aver vissuto almeno in parte i sintomi associati alla sindrome” (3).

Parlare di valutazione, infine, può produrre confusione e indurre a pensare alla valutazione finalizzata a merito, premialità e carriere dei docenti secondo le promesse (o i miraggi, o le minacce) ministeriali e governative.

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(1) http://www.terapiacognitiva.org/articoli/burnout.htm

(2) http://www.gildacentrostudi.it/convegni/20091712padova_faticainsegnare.htm

(3) http://www.psicopolis.com/burnout/scuola.htm