Prato, Mantova e Brescia: da Tuttoscuola, 29.3.2010 Dai dati Istat sulla situazione demografica italiana del 2008 emergono situazioni nettamente diverse nei territori italiani relativamente alle nascite in Italia di bambini stranieri. Se nel Veneto e in Emilia Romagna i nati stranieri del 2008 sono rispettivamente pari al 20,9% e al 20,5%, all'opposto, in Campania sono stati il 2,1% e in Puglia e Sardegna il 2,5%. Se a Prato i bambini stranieri nati nel 2008 sono stati il 29,9%, all'opposto, a Taranto, non sono andati oltre l'1,4% (per non parlare di alcuni territori della Sardegna che non raggiungono l'1%). I problemi di inserimento e di integrazione, però, sono là dove la presenza straniera, a cominciare dalle nascite, è molto elevata, senza considerare che, prima della scolarizzazione di questi bambini di seconda generazione, ne arriveranno altri, migrati dall'estero, che andranno ad aggiungersi soprattutto negli stessi territori. A Mantova nel 2008 i nati stranieri sono stati il 28,6% e nella vicina Brescia il 28,2%. A cavallo del Po, tra Cremona e Mantova sulla riva sinistra e Piacenza, Parma, Reggio e Modena sulla riva destra c'è la massima concentrazione di nascite da genitori stranieri, mediamente per una incidenza superiore al 25% (ogni quattro nati, uno è straniero). Prima che i nati 2008 siano in età d'obbligo scolastico, saranno arrivati altri stranieri nati all'estero. Già nel 2008 ne erano arrivati altri 1.500, nati fuori d'Italia in quell'anno, portando il numero complessivo dei bambini stranieri nati in quell'anno e residenti nel nostro Paese a circa 72.500. Visto che di bambini italiani nati nel 2008 non potranno più aggiungersene altri, mentre di quell'annata potranno arrivare altri coetanei stranieri, si può essere certi che in molte scuole primarie di quell'area padana il tetto del 30% non potrà resistere. Né per il 2008, né per le altre annate immediatamente precedenti o successive. |