Scuola paritaria.
Quanto risparmierebbe lo Stato se la finanziasse/2

da TuttoscuolaNews N. 434, 29.3.2010

Proseguendo nel ragionamento, si può formulare una stima di quanto potrebbe ulteriormente risparmiare lo Stato qualora – a seguito di un aumento consistente degli attuali contributi, in ipotesi 1.000 euro pro capite – si verificasse uno spostamento delle iscrizioni dalle scuole statali a quelle paritarie. Se, per esempio e verosimilmente, si spostassero 100.000 alunni (25.000 per ciascuno dei quattro livelli di scuola considerati), il maggior costo annuo per i contributi sarebbe di 100 milioni (1.000 x 100.000), ma a fronte di questo lo Stato risparmierebbe 628,1 milioni (131,1 nella scuola dell’infanzia, 141,5 nella scuola primaria, 178,1 nella secondaria di primo grado e 177,4 nella secondaria di secondo grado): il risparmio netto sarebbe dunque di 528 milioni all’anno (costituito da oltre 9 mila cattedre in meno, da minori posti per personale non docente, minori servizi di mensa, trasporti, locali etc).

Se si considera che attualmente lo Stato destina alla scuola paritaria poco più di 500 milioni l’anno (di cui circa il 15% alle scuole comunali), un ulteriore investimento, nell’esempio di 100 milioni, accompagnato da adeguate forme di incentivazione, potrebbe dare un ritorno notevole, da reinvestire per rafforzare la scuola statale, magari con quei fondi che oggi le scuole statali sono costrette a chiedere alle famiglie. Alla fine, una grande partita di giro…

Ai minori costi per lo Stato corrisponderebbe, naturalmente, una maggiore spesa per le famiglie che opterebbero per la paritaria, variabile in media da 2.500 a 4.000 euro all’anno per alunno. Ma è verosimile che ricevendo più contributi le scuole sarebbero in grado di ridurre le rette.