"Per loro il sesso è una merce di scambio
i ragazzi vivono come nel Grande Fratello"
L'intervista a Vittoria Roghi, la preside della
scuola media di Salò che ha scelto di non denunciare la violenza su
una bambina durante la lezione: "Dal punto di vista di un educatore
sono tutti vittime"
di Massimo Pisa,
la Repubblica
di Milano, 30.3.2010
SALÒ
(Brescia) - Vittoria Roghi, milanese, 58 anni, è la
dirigente scolastica della scuola media "D'Annunzio". Sa di essere
nella bufera, prova a ragionarci su. "Ho visto le agenzie, ho visto
quello che ha detto il ministro Gelmini, che è pure bresciana. Avrei
reagito così anch'io, leggendo di uno stupro di gruppo in classe.
Invece non è andata così".
E come è andata, dottoressa Roghi?
"Da tempo Farida, la ragazza, che è già donna nel corpo ma con la
testa di una bimba, chiedeva a un compagno di classe, Davide, di
intercedere con un ragazzo della scuola di cui è innamorata. Gli
aveva già offerto 20 euro. Stavolta, durante l'ora di francese, il
ragazzo le ha risposto: va bene, ma mi fai toccare le tette. Si è
inserito Petre, il più grande, e ha alzato il tiro, proponendo di
leccarlo lì. Tira e molla, "no a lui no, piuttosto a Gino",
l'astuccio buttato a terra, Petre che si cala le braghe. Come un
gioco, per loro, finché non è suonata la campana".
Con il professore in classe.
"Sì, stava interrogando tre ragazze. Dalla cattedra non vedeva, e
poi Dusi è per un approccio amicale, con lui ci si può alzare in
classe, cambiarsi di posto. Nel pomeriggio la professoressa di
italiano ha saputo, lunedì ha dato quel tema, non mi chieda perché.
Ho convocato i genitori di tutti, ho dato le sospensioni, ho sospeso
dall'incarico Dusi per dieci giorni senza stipendio. Le sembra
poco".
Per il codice è violenza sessuale. Non
ha denunciato. Perché?
"Rispetto quello che dice il codice. Per me, che ho anche
un certo percorso alle spalle, non è stupro. È anche più grave:
adolescenti che simulano un rapporto orale, come quelli che vedono
su Youtube, al Grande Fratello o all'Isola dei Famosi, che lo usano
come merce di scambio, senza dare alcun valore all'intimità, al
sesso. Da educatrice mi chiedo: denuncia e sanzione a che servono?
Li ho sospesi tutti, perché tutti sono vittime e devono capire.
Dietro hanno un vuoto affettivo che è colpa di noi adulti. Ci siamo
mossi come comunità, e bene".
Sarà denunciata.
"Ne pagherò le conseguenze".
Come hanno reagito i genitori?
"La mamma di lei con schifo, il padre con vergogna. Gli
altri non si rendono conto".
E il professor Dusi?
"Ho pensato di denunciare lui. Ha fatto una stupidata, non
accorgersi, che fosse sesso o una partita a briscola. Licenziarlo?
Ne dovrei mandare via la metà, i frustrati, i primi con cui i
ragazzini diventano belve. Ma è bastata la sospensione, ha capito ed
è cambiato".