Se il blocco delle adozioni dei libri di testo
viola la libertà docente

da TuttoscuolaNews N. 432, 15.3.2010

Quella dell’anno scorso è stata la prima adozione dei libri di testo della nuova stagione del blocco, previsto dalla legge 169/2008. E nessuno, allora, ha risentito degli effetti del blocco.

Quest’anno, invece, con il blocco attivato l’anno scorso con nuove adozioni, i docenti scoprono l’impossibilità di scegliere i testi che desiderano. E cominciano le proteste, come ha potuto verificare anche Tuttoscuola che ha ricevuto in proposito diverse lettere di lettori.

Se l’anno scorso sono stati, invece, confermati i vecchi testi, l’inizio del blocco è rinviato fino a quando non si adotterà un testo tutto nuovo. E sono anche rinviate le prevedibili proteste.

Negli scritti dei nostri lettori, soprattutto di scuola primaria, emerge il disappunto e il senso di impotenza di chi deve adattarsi alla scelta di libri decisa da altri, secondo linee operative e didattiche a volte diametralmente opposte alla propria.

Non vi è dubbio che la legge, nel lodevole obiettivo di contenere i costi dei libri per riguardo alle famiglie, ha, in qualche modo, esercitato una forma di coercizione sulla libertà di insegnamento dei docenti.

C’è, tuttavia, secondo noi, un modo per contenere questa specie di violazione della libertà di insegnamento: trasformare la scelta individuale in una scelta collegiale (a parte la soluzione più drastica di rendere obbligatoria per almeno un triennio la permanenza del docente nella sede di servizio).

Visto che un certo testo adottato, supponiamo, per le classi prime (o per i primi tre anni) di una determinata scuola, verrà bloccato per cinque o sei anni per quelle stesse classi, perché non prevedere fin dalla adozione che la scelta venga concordata tra tutti i docenti che prevedibilmente nei cinque o sei anni successivi passeranno su quelle classi?

La scelta di nuova adozione potrebbe essere collegiale. Sarebbe più complicato farlo, ma, forse, in molti casi, si eviterebbe di violare del tutto la libertà di insegnamento.