Scuole in bancarotta
e le "le bacchettate" ai presidi

Maristella Iervasi da l'Unità, 30.3.2010

“Per una scuola come la mia, con ottocento studenti frequentanti, se fossimo in Svezia riceveremmo 4milioni e 700mila euro”. Ma siamo in Italia e l’istruzione pubblica è ridotta a Cenerentola. Al liceo Classico “Socrate” di Roma, nel popolare quartiere della Garbatella, la dirigente - professoressa Gabriella de Angelis - è costretta suo malgrado a chiedere un contributo di cento euro alle famiglie per tirare avanti. Una “tassa” per il funzionamento che altrove è di 150euro l’anno e da volontaria sta sempre di più divendando un “obolo” obbligatorio. Il motivo di tutto questo? Le casse vuote delle scuole e la perenne “sofferenza” degli istituti scolastici che avanzano dallo Stato crediti per milioni di euro che il governo continua a negare. I fondi arrivano solo per le private, la pubblica è stata messa in mutande. Ma la Gelmini, “maestra unica” dell’Istruzione, continua a bacchettare i presidi e fare promesse che suonano come propaganda elettorale per le imminenti regionali. Come l’ultimo “verbo” diffuso dalle colonne del Messaggero: “I presidi con troppa leggerezza chiedono contributi alle famiglie. Sono contraria, va evitata questa prassi lamentosa. La scuola è pubblica non deve costare. Sicuramente per il prossimo anno dovremmo stanziare risorse per le spese ordinarie: una cifra - promessa da ministro - di 10 milioni di euro”.

Professoressa de Angelis, ha sentito? Arriveranno risorse per le spese correnti. E’ più tranquilla?

“Basta una semplice divisione per far capire l’entità della promessa: 10 milioni di euro da dividere per il totale degli istituti scolastici che in Italia sono 10.500. Con mille euro copro appena il funzionamento spicciolo per venti giorni”. DOMANDA Circa mille euro a scuola. Briciole... RISPOSTA “Il problema è stato mal posto. Le scuole sono in sofferenza da tempo. E accaduto nel 2006/2007 e anche in seguito, ma delle risorse anche se poche alla fine arrivavano. Quest’anno invece niente. Non arriverà un euro. Ci è stato detto chiaramente che il ministero non è in grado di saldare il debito che le scuole avanzano”.

A quanto ammonta il credito del “Socrate”?

“Negli ultimi due anni è di 150mila euro”.

E in cassa, quanto avete?

“Per l’anno finanziario 2010 ci è stato preannunciato un fondo di 116mila euro. Al netto delle spese, ci restano però appena 5-6 mila euro. In pratica, nulla”.

Si spieghi meglio, ci illustri il suo bilancio. Come spenderete questi soldi?

“80mila euro circa servono per il fondo integrativo di istituto: pagare cioè il salario accessorio agli insegnanti e al personale non docente per le ore eccedenti e le attività non previste dal contratto. Altri 30 mila euro per gli esami di Stato. Ci restano 5/6mila euro per il funzionamento amministrativo, didattico e le supplenze per tutto l’anno scolastico”.

Non vi resta che battere cassa sulle famiglie? Ma non è una ingiustizia?

“Il contributo volontario non è un’invenzione delle scuole: è previsto dalla legge 40 del 2007 ed è finalizzato a tre obiettivi: innovazione tecnologica e didattica (computer, laboratori multimediali, progetti per qualificare l’offerta formatica) e la piccola manutenzione degli edifici”.

Anche voi come volte scuole d’Italia rifiutate l’iscrizione di chi non salda il contributo volontario?

“Assolutamente no, non l’abbiamo mai fatto e pensiamo di non arrivare mai a questo. Noi chiediamo 100euro e quest’anno non l’abbiamo aumentato. Sono proprio le famiglie a determinare l’utilizzo di questo fondo volontario e a controllare come i circa 80mila euro vengono spesi”.

E finora come li avete investiti?

“Laboratori di scrittura creativa, teatrali e musicali. Compresenze di docenti madrelingua per l’inglese, seminari pomeridiani con docenti universitari. Una parte del contributo viene speso per l’assicurazione integrativa degli studenti e per consentire i viaggi di istruzione a tutti, anche a chi non può permetterseli. Abbiamo acquistato un laboratorio informatico mobile, perchè con 31 classi l’informatica era penalizzata e invece così è un carrello con 16 computur che entra nelle classi, oltre a nuove stampanti multimediali. Abbiamo inoltre potenziato le materie scientifiche: più ore di matematica e scienze in aggiunta all’orario curriculare. Dal prossimo anno la matematica verrà potenziata: questo è un aspetto della riforma che ci piace”.

Lei si definisce una “dirigente dalla mentalità gestionale rigida” come dice la Gelmini?

“Il bilancio delle scuole non è rigido da tempo. Non c’è bisogno di interventi legislativi da quando c’è l’autonomia. Personalmente e anche i genitori l’hanno fatto, abbiamo raccolto l’invito della ministra a cercare sponsor. Abbiamo provato a cercare anche istituti di credito. Purtroppo abbiamo riscontrato una difficoltà delle banche persino a gestire la cassa della scuola: per loro c’era molto lavoro e poco guadagno”.