I "Tickets" sulla scuola statale Pippo Frisone, da ScuolaOggi 26.3.2010 Il Ministro della Pubblica Istruzione va dicendo in questi giorni di sgangherata campagna elettorale che “ non si dovrebbero chiedere contributi alle famiglie”. Ci chiediamo come mai lo scopre solo adesso? E la risposta è tutta nella promessa (elettorale) di incrementare i fondi ordinari per il funzionamento di 10milioni di euro. Quando non lo dice. Molto probabilmente dovremo attendere la finanziaria del 2011. Una boccata d’ossigeno sì è vero ma se paragonati alla quantità di crediti che vantano le scuole nei confronti del suo ministero, sono una goccia d’acqua rispetto al miliardo e rotti già oggi accumulato. E poi dieci milioni da distribuire in 10mila scuola fanno esattamente mille euro per ogni scuola. Circa 10 risme di carta per fotocopie per ogni classe !! O se volete l’equivalente di 10 confezioni da dieci rotoli di carta igienica per ogni classe !! Quisquiglie e pinzillacchere. Il Ministro sa benissimo che la scuola statale , oggi, per sopravvivere deve mettere le mani in tasca agli italiani. Altro che abbassare le tasse. E così dopo il ticket sulla sanità è arrivato il ticket sull’istruzione. Ticket che oramai tutte le scuole chiedono più o meno obbligatoriamente. Basta una circolare all’atto delle iscrizioni ed è quello a cui assistiamo in questi giorni, per imporre alle famiglie degli studenti la nuova gabella che può arrivare nelle scuole del primo ciclo a 20/50 euro, fino a raddoppiare o triplicare nella secondaria superiore.
Ci sono istituti superiori che con raffinata maestria chiedono
contestualmente, per le classi quarte e quinte, le tasse governative
( circa 20 euro) e poi rivolti a tutti gli studenti “contributi “ ,
quasi mai specificati come volontari, da versare sul conto corrente
della scuola( mediamente da 100/150 euro) e inoltre, un supplemento,
questo sì, volontario/facoltativo da 40/90 euro che se interamente
versato, fa lievitare il ticket in alcune scuole fino a 200 euro !!
Basta leggere i bilanci che in questi giorni le scuole stanno pubblicando all’albo e nei siti internet. Siamo alla concorrenza sleale tra scuola statale tagliata nelle risorse e negli organici da un lato e scuola privata paritaria alla quale non si fanno mancare contributi a vario titolo sia statali che regionali. Dirigenti scolastici che per far funzionare le scuole statali sono costretti a imporre ticket sempre più salati e meno volontari mentre alle famiglie degli studenti delle scuole private paritarie anche ad alto reddito si concedono bonus e agevolazioni d’ogni genere. L’invito propagandistico della Gelmini rivolto alle scuole che “ non dovrebbero chiedere contributi alle famiglie”, superando “una prassi lamentosa e ingiustificata”, contiene l’ennesimo assist a favore delle scuole private. Proviamo a immaginare cosa succederebbe oggi alle scuole statali lasciate senza il contributo delle famiglie. Dovrebbero quantomeno ridurre drasticamente qualità e quantità degli interventi didattico-educativi. Il Ministro non dice, né come né quando darà il miliardo di euro che vantano le 10mila scuole statali d’Italia. No, dice soltanto che le scuole statali avranno 10milioni in più di finanziamento ordinario ma che non devono chiedere contributi alle famiglie. E’ l’ennesimo spot pubblicitario in piena campagna elettorale che non risolve il problema mentre le scuole affondano sempre più. A ben guardare, le scuole statali lasciate prive di risorse e per giunta senza i contributi delle famiglie come vorrebbe il Ministro Gelmini, in un mercato concorrenziale che toglie al pubblico per dare al privato, sarebbe l’ennesimo regalo fatto dal governo di centro-destra alle scuole private. Altro che par condicio. Siamo allo stravolgimento di ogni regola. Stiamo perdendo di vista quanto l’art.33 della nostra Costituzione ha previsto 62 anni fa! Scuole private senza oneri per lo Stato e scuola dell’obbligo aperta a tutti e gratuita. Oggi accade l’esatto contrario : si finanziano le scuole private mentre le scuole statali, lasciate prive di mezzi ,sono costrette a mettere la mani in tasca agli italiani. |