In Gran Bretagna hanno impiegato dieci anni
per utilizzare tecnologie e preparare il corpo docente.

Il preside: Libri on line? Siamo in ritardo,
e servono soldi per formare gli insegnanti

 Il Messaggero, 9.5.2010

ROMA -
Il suo è considerato uno degli istituti più tecnologici, state usando anche il libro online?

«Servirà a far risparmiare le famiglie, sarà un nuovo strumento per i giovani, ma ci vorrà del tempo. Ci sono alcune proposte fatte dalle Case editrici, tuttavia l’utilizzo del libro online richiede il superamento di non pochi problemi. Abbiamo avuto, nel frattempo, la fortuna di ricevere i soldi della Fondazione Roma: questo ci ha consentito di acquistare le lavagne interattive che abbiamo installato in ogni aula». Nicola Converiati, preside dell’istituto tecnico Lombardo Radice di Roma, parla dell’arrivo delle nuove tecnologie nella scuola.

Che cosa cambierà?
«Ciascuna aula diventerà un “laboratorio” di didattica multimediale. Il prossimo 20 maggio faremo l’inaugurazione ufficiale, perché è un evento importante, il segno di un cambiamento».

Preside, la sua scuola con 1.200 studenti, 49 classi, 150 docenti e 8 laboratori scientifici è un bel banco di prova. Quali saranno i vantaggi della didattica multimediale?

«Non sono cose miracolistiche, ma gli esiti possono essere positivi, a patto che lo Stato investa nella formazione degli insegnanti. Questi progetti vanno accompagnati dai fondi, altrimenti è tutto vano».

Ma a che punto siete?

«Per ora siamo agli inizi, verranno degli istruttori per spiegare il funzionamento delle lavagne interattive, che hanno uno schermo: immagini, musica, testi, saranno possibili cose prima irrealizzabili, per esempio “visitare” un museo usando la lavagna. Strumenti di questo genere, è ovvio, possono attrarre molto di più l’attenzione dei ragazzi. Però, ripeto, non si possono fare le nozze con i fichi secchi».

Dunque, chiede investimenti nella formazione dei docenti...

«Certo, altrimenti queste iniziative si perdono. In Gran Bretagna hanno impiegato dieci anni per utilizzare tecnologie e preparare il corpo docente. Hanno avuto tutto per modernizzare le scuole. E noi, che cosa faremo? In ogni caso non è sufficiente intervenire solo con programmi di formazione. Ci dovremmo rendere conto che abbiamo in cattedra insegnanti di 45-50 anni che non sono ancora di ruolo: come si fa a chiedere, a persone disamorate e deluse, nuovo slancio e nuovi sacrifici? Non si può fare l’insegnante a 1.200 euro al mese».