20 maggio: scuole ferme un minuto di A.G. La Tecnica della Scuola, 20.5.2010 Il Miur ha inviato una nota chiedendo a tutti gli istituti scolastici, formativi e le università che la commemorazione si svolga in concomitanza con la cerimonia funebre dei militari. Lo scorso settembre, a seguito dell’attentato di Kabul, qualche scuola non seguì l’invito e il Ministro non la prese bene. Un minuto di silenzio per commemorare Massimiliano Ramadù, 33 anni, di Velletri, in provincia di Roma, e il caporalmaggiore Luigi Pascazio, 25 anni, della provincia di Bari, gli alpini rimasti uccisi il 17 maggio ad Herat, in Afghanistan a seguito di un vile attentato verso il convoglio dove viaggiavano i militari italiani: ad estendere l’invito a tutte le scuole italiane è stato il ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca, che ha inviato (al pari di tutti gli istituti scolastici e formativi, oltre che universitari), una nota nella quale si specifica che i momenti di riflessione si svolgeranno "giovedì 20 maggio 2010 in concomitanza con la cerimonia funebre". La nota di viale Trastevere, n. 4615, segue quella della presidenza della Repubblica, firmata dal sottosegretario Gianni Letta, nella quale si invitavano tutti gli istituti di formazione ad esporre "a mezz'asta la bandiera nazionale ed europea". L’ultima occasione in cui la scuola fu chiamata ad osservare un minuto di silenzio risale allo scorso settembre, quando a seguito di un attentato svolto a Kabul rimasero uccisi sei paracaduti. La mancata osservanza della celebrazioni richiesta dal Miur da parte di alcune scuole romane indusse il ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini, ad avviare delle indagini interne, tramite il direttore dell’Usr del Lazio, Maria Maddalena Novelli, per accertare le motivazioni del gesto considerato inopportuno: dopo quattro mesi il Ministero sanzionò con l’ammonizione le due dirigenti romane, Simonetta Salacone e Renata Puleo, rispettivamente capo d’Istituto del circolo didattico Iqbal Masih e della primaria Maffi di Primavalle. |