De Pasquale (Pd) a Tuttoscuola:
Serve una scuola pubblica forte

da Tuttoscuola, 17.5.2010

La legge n. 62/2000 sulla parità scolastica, il finanziamento degli istituti paritari, il federalismo...: Tuttoscuola ha ospitato un forum in occasione dell'apertura del suo secondo canale tematico, quello dedicate alle scuole paritarie. E abbiamo chiesto ai partiti attualmente in Parlamento lo stato dell'arte dell'istruzione non statale. Per fare in sostanza il punto della situazione: cosa va, cosa non va, i progetti, le speranze...La prima puntata del nostro dossier vede come protagonista il Partito Democratico, e in particolare l'onorevole Rosa De Pasquale, componente della Commissione Cultura, Scienza e Istruzione della Camera, nata in provincia di  Brescia, laureata in legge, dirigente pubblico.

On. De Pasquale, come valuta, a distanza di dieci anni, i risultati delle legge n. 62/2000 sulla parità scolastica?
"Il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione da parte di soggetti privati è proclamato dall'articolo 33, terzo comma, della Costituzione. Tale articolo statuisce la spettanza a chiunque del diritto di istituire scuole ed afferma la possibilità per le scuole private che si conformino alle disposizioni legislative appositamente dettate, di ottenere la parità giuridica con le scuole statali per quanto riguarda il valore degli studi in esse compiuti e dei risultati conseguiti. Di seguito il quarto comma dell'art. 33, nel prevedere una riserva di legge per la fissazione dei diritti e degli obblighi delle scuole che richiedano la parità, prescrive categoricamente al legislatore di assicurare ad esse piena libertà ed agli alunni un "trattamento scolastico equipollente" a quello degli alunni di scuole statali.
La Costituzione  nel sancire l'obbligo per lo Stato di istituire scuole di ogni ordine e grado, assegna ad esso la funzione fondamentale di garantire a tutti l'accesso ad una istruzione libera e pluralista e, nel rispetto dei principi di libertà che caratterizzano la Costituzione stessa, rifiuta ogni forma di monopolio statale dell'istruzione ed afferma il principio di libertà per tutti di istituire scuole.
In applicazione del dettato Costituzionale il governo D'Alema varava la legge n.62 del 10 marzo 2000, "Norme per la parità scolastica e disposizioni sul diritto allo studio e all'istruzione". Qui vogliamo ricordarne la genesi e rivendicarne la paternità oltre che sostenere e comprendere come poter dare piena attuazione alla logica che vi si sottende.
La legge 62/2000 inoltre, non è estranea al terremoto che investe la scuola di questi tempi poiché si potrebbe supporre che l'indebolimento in corso della scuola statale è teso anche ad accrescere il peso delle scuole non statali e potrebbe contenere il pericolo di uno scenario (tipo quello statunitense) dove vi sono ottime istituzioni scolastiche private e le scuole pubbliche si fanno carico, se così posso dire, dei ragazzi più problematici. Ora la società americana si ritiene molto ‘meritocratica', come oggi va di moda dire, favorendo ragazzi particolarmente dotati e permettendo mobilità sociale (e questo è vero, basti pensare a Barak Obama). Però una società forte, e tali vorrebbero essere le società meritocratiche, suppongono un sistema forte di scuola pubblica che abbia delle eccellenze proprio nelle scuole statali.
 

Sul finanziamento delle scuole paritarie ci sono tuttora opinioni molto contrastanti, che vanno dal rifiuto di qualunque tipo di sostegno economico all'idea che la preclusione costituzionale ("senza oneri per lo Stato") vada interpretata nel senso che lo Stato non può avere in nessun caso l'obbligo di finanziare le scuole non statali, anche se paritarie, ma ne può avere la facoltà, ovviamente sulla base di una legge.  Qual è la Sua opinione in proposito?

"Il Partito Democratico sostiene convintamene un sistema dove servizi eccellenti sono frutto di una ritrovata dimensione pubblica capace di ricercare e realizzare l'orizzonte più ampio del bene comune. Del resto come afferma il prof. Alici presidente nazionale dell'azione cattolica in  un suo intervento alla 45° settimana sociale dei cattolici : "una cultura sedotta da una interpretazione individualistica dell'autonomia, rischia di non accorgersi che quest'ultima se intesa in senso improprio come assoluta auto affermazione, genera soltanto "anomia", e dunque perdita del senso dei legami, delle norme, delle identità e dei soggetti collettivi". Da ciò se i servizi non sono erogati direttamente dall'Ente pubblico, lo vedono però non in una posizione minimale, immaginando piuttosto il pubblico leggero, sussidiario, che incentiva il privato a prendere iniziativa, ma sa di dover essere forte poiché ha il compito di garante dell'intero sistema, il compito di essere sempre dalla parte dei cittadini affinché ad essi arrivi un servizio che rispetti pari opportunità, qualità, trasparenza e lavoro in rete quindi "bene comune". Quelle sopra espresse sono considerazioni importanti poiché si sta in generale andando verso un sistema più sussidiario - e ciò è ovviamente bene - che richiede però una grande consapevolezza del Pubblico che ancora nel nostro Paese non c'è nella sua pienezza. La scuola non ne è esente, soprattutto nello scenario sull'istruzione, la cultura, l'università, la ricerca".

Gli interventi per il diritto allo studio, che sono di competenza regionale, non fanno distinzione di trattamento tra alunni di scuole statali e paritarie. Potrebbe essere questa la strada per venire incontro alle maggiori spese dei genitori che scelgono la scuola paritaria?

"La legge 62/00 all'art.1 recita :"Il sistema nazionale di istruzione, fermo restando quanto previsto dall'articolo 33, secondo comma, della Costituzione, è costituito dalle scuole statali e dalle scuole paritarie private e degli enti locali. La Repubblica individua come obiettivo prioritario l'espansione dell'offerta formativa e la conseguente generalizzazione della domanda di istruzione dall'infanzia lungo tutto l'arco della vita". Quindi da quando è in vigore  la legge 62/2000, che delinea il sistema nazionale di istruzione, viene individuata nell'ambito della scuola pubblica tanto quella statale, quanto quella paritaria con eguale dignità che conduce  ad eguali diritti e doveri e ad un pieno sostegno del diritto allo studio per ogni cittadino italiano dalla scuola dell'infanzia per tutto l'arco della vita. Infatti in tutte le regioni della nostra Italia vi sono diverse zone in cui lo Stato non è in grado, a causa della enorme onerosità, di garantire l'apertura di scuole soprattutto dell'infanzia e primarie tante quante sarebbero necessarie per coprire la richiesta delle famiglie. In questi casi, che sono davvero numerosi, il sistema integrato di scuola pubblica come normato dalla legge 62/2000 garantisce un servizio che nasce proprio nelle singole comunità che possono così assicurare anche la qualità del servizio offerto, e garantire sul territorio spesso l'unico presidio di socializzazione, educazione ed istruzione pubblica. Normalmente le scuole paritarie sono dislocate un po' dovunque, ma vi sono forti presenze in luoghi disagiati, si prendono sempre più cura dei ragazzi diversamente abili, delle situazioni di difficoltà familiari, di casi difficili, realizzando quella proficua relazione di sussidiarietà che non vuole sopprimere la dinamica dell'istruzione statale ma in un certo qual modo la integra appunto, come con lungimiranza è stato normato dalla legge 62/00. Proprio per quanto sopra affermato già in numerose regioni, indifferentemente governate tanto dal centro sinistra, quanto dal centro destra, gli interventi per il diritto allo studio, che sono di competenza  regionale, non fanno distinzione di trattamento tra alunni di scuole statali e paritarie".

Che cosa pensa della detraibilità fiscale delle spese sostenute dai genitori che iscrivono i loro figli alle scuole paritarie?
"Sicuramente un'altra strada che potrebbe essere percorsa, al fine di garantire risorse alle scuole paritarie da parte del Governo, sarebbe quella della detraibilità fiscale delle spese sostenute dai  genitori che iscrivono i loro figli alle scuole paritarie. Ora però i drastici tagli di risorse  economiche all'istruzione  e le conseguenti misure adottate dal Governo con il decreto legge 112/08 convertito nella legge 133/08 mediante la fiducia e gli altri successivi, conseguenti provvedimenti, hanno determinato un impoverimento di tutta la scuola pubblica. Infatti prevedendo un così forte taglio di risorse, 8 miliardi di euro, nel corso di  un così lungo periodo di tempo, tre anni, il governo ha posto le basi  per un totale smantellamento dell' istruzione pubblica di qualità nel nostro paese, smantellamento che non consentirà, se non verranno rimodulate le dissennate scelte governative, di assicurare ai cittadini un reale diritto all'istruzione, come costituzionalmente garantito,  né da parte delle scuole statali né da parte delle scuole paritarie.
Occorre, pertanto, ritrovare e riproporre una visione alta della scuola tutta, quale comunità  che educa istruendo,  principale risorsa per la crescita sociale e lo sviluppo del nostro Paese e che non può essere ridotta ad una gestione di  mero conto economico".
 

L'ipotesi più radicale è che a tutti i genitori venga dato un buono studio, corrispondente a un costo standard calcolato a livello nazionale, spendibile indifferentemente nelle scuole statali e in quelle paritarie...
"Ma per giungere ad una piena ed effettiva attuazione della legge 62/00 non è condivisibile la strada della ‘quota capitaria' che, dividendo le risorse in parti uguali tra studenti che si trovano in situazioni profondamente diverse (fare parti uguali tra disuguali è la più grande ingiustizia - Don Lorenzo Milani), non consente di fatto a ciascuna famiglia di scegliere liberamente la scuola migliore per i propri figli, ma quella che può permettersi in base al proprio censo.
Inoltre,lo Stato, qualora venisse adottata la ‘quota capitaria' non si adoprerebbe per "rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana", come recita l'Art 3 della Costituzione che oggi, a 60 anni, rimane un monito pressante per il Paese.
Contribuire allo sviluppo della persona umana, dare uguali opportunità, rispettare il valore dell'uguaglianza sono i compiti più importanti del Sistema Nazionale di Istruzione.
Per questo occorre continuare, così come iniziato in modo deciso dall' ultimo  governo "Prodi", a dare attuazione alla legge 62/00 tanto nella sua parte giuridica (es. anagrafe scuole paritarie che ha regolarizzato e censito le scuole nel loro effettivo funzionamento,dando peso alla qualità, valorizzando le migliori esperienze; D.M. contributi del 21.5.2007 - che ha messo ordine nella paritaria ed attribuito finanziamenti diretti; sezioni primavera - che costituiscono un progetto educativo sin dalla prima infanzia, e rispondono anche ad una esigenza sociale), quanto nella sua parte economica (sono stati ripristinati 155 milioni di euro, per ogni anno, destinati alle scuole paritarie che il precedente governo "Berlusconi aveva tagliato; sono stati stanziati circa 10 milioni di euro per l'obbligo di istruzione ed il diritto allo studio per le scuole paritarie portando reale parità nell'erogazione di un servizio pubblico; sono inoltre stati stanziati 30 milioni di euro, per ogni anno, per le "sezioni primavera").
Il Governo si deve impegnare, pertanto, a ripristinare le risorse per le scuole paritarie e degli enti locali già varate dal Parlamento nella precedente legislatura, comprese quelle destinate al diritto allo studio in tutte le sue articolazioni, al contrasto della dispersione scolastica e quelle indirizzate alle sezioni primavera, un qualificato progetto educativo per la prima infanzia che soddisfa una precisa istanza sociale a vantaggio della conciliazione dei tempi di vita e del lavoro femminile".
 

Nelle ultime settimane si è parlato spesso della costituzione di albi regionali degli insegnanti abilitati, dai quali le istituzioni scolastiche autonome, statali e paritarie, possano attingere direttamente, scegliendo, senza rigidi vincoli, i docenti migliori. Rispetto all'obiettivo di qualificare l'offerta formativa delle scuole, quali elementi positivi o negativi ritiene che abbia la proposta?
"Ribadendo il concetto, riteniamo,  si debba proseguire sulla strada già tracciata dal Governo Prodi per la piena attuazione della legge n. 62 del 2000, con l'impegno, da un lato, a dare certezza delle risorse e dei tempi di erogazione, e, dall'altro, anche di valutare il servizio offerto dalle scuole paritarie. Questa è la motivazione che ha ispirato, come sopra detto, l'istituzione dell'anagrafe delle scuole paritarie. Il passo successivo, per il quale abbiamo ripetutamente, in Parlamento, chiesto al Governo un impegno preciso, è avviare una puntuale indagine ispettiva e un costante monitoraggio della corrispondenza delle scuole paritarie ai requisiti di qualità ed efficienza espressi dalla legge n. 62 del 2000, al fine di individuare i cosiddetti "diplomatici", quegli istituti che non offrono un progetto educativo di qualità e adeguato agli ordinamenti e che violano nei contratti individuali di lavoro il contratto collettivo nazionale. Diplomifici che, sono di questi giorni le allarmanti notizie, si trovano spesso in mano, soprattutto nel sud dell'Italia, alla criminalità organizzata che ivi investe numerose risorse. 
Numerose volte abbiamo interrogato il Governo sul problema dei « diplomifici » ma ancora attendiamo di vedere, da parte dello Stesso fatti decisivi ed atti concreti determinati alla eliminazione delle storture che realizzano situazioni illecite, responsabili di screditare l'intero sistema a danno degli alunni, delle famiglie e dei docenti e che rischiano di compromettere la credibilità e di oscurare la grande professionalità della maggior parte delle nostre scuole paritarie . 
E proprio in questa ottica mi pare importante leggere il gran parlare che nelle ultime settimane si è fatto in merito alla costituzione di albi  regionali degli insegnanti abilitati, dai quali le istituzioni scolastiche autonome, statali e paritarie, possano attingere direttamente, scegliendo, senza rigidi vincoli, i docenti migliori. Chi e con quali criteri garantisce quali sono i docenti migliori? Solo una graduatoria, nata e formatasi con criteri unici a livello nazionale che veda inseriti in un ordine dettato dalla valutazione di merito basata su una valida e completa formazione iniziale dei docenti, tanto dal lato disciplinare, quanto da quello didattico,  può garantire, sul territorio regionale, qui sì è corretto a parere mio mantenere, infatti già ora le graduatorie sono regionali, il livello regionale, alle scuole di essere dotate di docenti davvero bravi e che hanno la vocazione e la preparazione all' alto compito di educare ed istruire le nuove generazioni, il nostro futuro".
 

Nelle settimane scorse appunto è stata avanzata la proposta di definire graduatorie regionali che, rispetto alle attuali graduatorie che graduano i docenti secondo punteggi previsti dalle norme, dovrebbero introdurre nuovi requisiti finalizzati ad assicurare maggiore stabilità dei docenti. La maggiore rigidità che conseguirebbe dalla proposta può assicurare maggiore qualità al servizio? Se sì, sarebbe opportuno che venisse estesa anche alle scuole paritarie?
"Insomma non è frantumando il sistema o togliendogli risorse, che lo miglioriamo o facciamo crescere la qualità dei docenti e dell'erogazione dell'istruzione o della scuola stessa, ma è, con vera onestà intellettuale e reale ricerca del bene comune, come dice il Papa " il bene di noi tutti" , cercando soluzioni condivise che, facendo tesoro delle numerose  buone esperienze che già sono in atto nella nostra scuola, ci aiutino a trovare la strada per migliorare, in modo unitario, tutto il sistema pubblico di istruzione a livello nazionale".     
 

Infine, concludendo, la riforma del primo ciclo ha confermato che accanto al curricolo nazionale vi sia una quota di istituto (oggi quantificata nel 20%) e una quota riservata alle Regioni. Ciò vale anche per le scuole paritarie in quanto debbono conformarsi all'ordinamento scolastico. Ritiene che le Regioni debbano reclamare la quantificazione e l'attivazione di questa quota? Se sì, per farne che?
"Io credo che per concludere, ritornando in particolar modo alle questione più attinenti alle sole scuole paritarie, occorre, come già ricordato, dare piena, completa e monitorata attuazione alla legge 62/00, tanto per quanto attiene  le previsioni di carattere  giuridico, quanto quelle di carattere economico, sostenendo con concrete azioni legislative ed amministrative la scuola pubblica che individua nel suo ambito tanto quella statale, quanto quella paritaria con eguale dignità che conduce  ad eguali diritti ed eguali doveri".