Bambino di 10 anni dà calcio alla maestra
e le provoca la rottura della milza

E' accaduto in una scuola elementare di Barra, nella periferia orientale di Napoli. Il ragazzino credeva che un suo compagno lo stesse prendendo in giro. Per evitare che i due si azzuffassero l'insegnante ha tentato di separarli. Ma l'alunno la colpisce al fianco. La preside 'sconcertata'. I genitori degli altri bambini: 'Abbiamo paura per i nostri figli'.

 la Repubblica ed. di Napoli, 8.5.2010

Ha preso a calci la maestra perché rimproverato spappolandole la milza. E' accaduto in una scuola elementare di Barra. L'insegnante trasportata d'urgenza in ospedale ha subito l'asportazione della milza.

Tutto è avvenuto tutto in pochi attimi, per un equivoco. Il ragazzino di dieci anni, credendo che un suo compagno di classe lo stesse prendendo in giro, gli scaglia contro un portapenne. E' allora che la maestra, Maria Marcello, 48 anni, da tre anni docente al 48 Circolo didattico 'Madre Claudia Russo', interviene per evitare che tra i due si scateni una rissa.

Prende Salvatore per un braccio e lui inizia a scalciare: uno dei calci colpisce la donna al fianco. Un forte dolore e poi il ricovero a Villa Betania dove viene sottoposta ad un intervento di tre ore.

Il fatto è avvenuto ieri ma la Questura aveva ritenuto di non diffondere la notizia. Intanto la polizia, su delega del Tribunale dei Minori, ha ascoltato la preside dell'istituto, Rosa Seccia.

Sono sconcertata - spiega la dirigente - ad oggi non abbiamo avuto alcun tipo di segnalazione nei confronti dello studente. Spero che rientri già domani a scuola, perché ora più che mai è importante il suo recupero".

La preside parla di Barra come di una "zona molto difficile" e ammette che nella scuola ogni giorno si è alle prese con diversi problemi. Ma aggiunge anche: "Siamo consapevoli del nostro compito complesso. Siamo pronti a seguire tutto questo".
Intanto al Circolo didattico, oltre alle forze dell'ordine, in mattinata sono arrivati anche ispettori dell'Ufficio scolastico regionale.

Ma solo stamani i genitori degli studenti della scuola, hanno capito, che era successo qualcosa di grave. Non sapevano che un ragazzino, in alcuni casi amico di loro figli, avesse spappolato con un calcio la milza ad un'insegnante. Ed ora tutti si dicono preoccupati.

"E' un fatto grave, molto grave - dice Ciro, papà di una compagna di classe dello scolaro di dieci anni che ha colpito la maestra - immaginiamo cosa poteva succedere se quel ragazzino si fosse scagliato contro un suo coetaneo. Non voglio neanche pensare alle conseguenze". Ora, dice il signor Ciro: "Abbiamo paura". 'Ho paura - aggiunge - ho il timore che possa succedere di nuovo e che, però, ad essere aggredito questa volta possa essere un ragazzino, una bambina, perfino mia figlia".

"Quello che è accaduto a Barra è sconcertante e preoccupante: è inaccettabile che una scuola diventi teatro di paura e violenza, per quanto accidentale e non intenzionale possa essere". E' il commento dell'assessore all'Istruzione del Comune di Napoli, Gioia Rispoli. "Mi sono messa immediatamente in contatto con la dirigente Scolastica professoressa Rosa Seccia - racconta l'assessore - per manifestare la nostra vicinanza alla maestra Maria Marcello.
Apprendo del coinvolgimento della Procura della Repubblica nelle indagini e continuo a sperare, fino a prova contraria, che il gesto di violenza del giovanissimo alunno non fosse coscientemente indirizzato alla maestra con la volontà di ferirla".

Parole pacate di accoglienza verso il minore arrivano invece dal marito della docente, Biagio Estatico. 'Questo bambino va accolto - ha detto Estatico accanto alla porta della stanza in cui riposa la moglie Maria - ha bisogno più che mai di tutti. E' accaduto qualcosa che non doveva accadere, ma io ho letto subito questo episodio come un campanello d'allarme. Questi bambini hanno bisogno di tante altre cose, di tante persone che siano i grado di aiutarli a crescere".

Va perdonato, quindi. E così reagirà anche la maestra:"Siamo insegnanti da 25 anni tutti e due. Per noi questo lavoro è una missione. Viviamo all'insegna della fede in Dio, io mi sono formato nella congregazione religiosa dei fratelli delle scuole cristiane, e la mia non è una reazione artefatta. Il perdono è un sentimento in cui crediamo. Quello che è accaduto deve servire da stimolo a interrogarci sulla nostra società".