Prove Invalsi una crocetta qui, una lì...

Siamo a maggio e le scuole italiane sono oberate di impegni. Scelta dei libri di testo, simulazioni prove esami di maturità, compiti in classe e interrogazioni finali e, ciliegina sulla torta, le prove Invalsi. Già, le famigerate prove dell’Istituto Nazionale che è preposto alla valutazione della nostra scuola. Apprezzate, criticate, a tratti osteggiate, sono di nuovo qui, inossidabili, prepotenti...(di Silvana La Porta, da Vivere, inserto de La Sicilia del 6 maggio 2010)

Silvana La Porta da Aetnascuola.it, 6.5.2010

Nel corrente anno le prove sono state organizzate per le seconde e quinte elementari (6 e 11 maggio) e per le prime medie (13 maggio), in giorni nei quali erano previste altre attività didattiche. E qui giù i docenti a lamentarsi: ma come, io organizzavo da giorni un’attività didattica e così, tra capo e collo, mi piombano le prove ministeriali, fogli su fogli, domande su domande?

Inoltre la somministrazione di queste prove è una parata in grande stile: indicazioni a non finire, state attenti di qua e state attenti di là, e addirittura sono corredate da frasi preconfezionate suggerite ai professori da dire agli alunni, come se fossero automi senza cervello, e una laboriosa e complicata griglia per la correzione. Ma, stando ben attenti, si scopre qualcosa di molto interessante cui nessuno bada, vista l'atavica propensione alla cieca ubbidienza dei docenti italiani: queste prove non sono obbligatorie. Cioè, essendo parte integrante della didattica, bisognerebbe convocare il Collegio dei docenti e fare passare la loro eventuale somministrazione attraverso una sua delibera. Insomma ci vorrebbe una maggiore, come dire, condivisione, dinanzi a tali test da propinare in questo momento difficile, caotico per tutte le scuole, dove ogni minuto è prezioso.

E invece eccole qua, imposte dall’alto: il giorno fatidico si avvicina, i malloppi sono pronti, gli insegnanti tremano, pensando con angoscia anche e soprattutto ai risultati. Mamma mia, che ne verrà fuori? Le solite brutte notizie? I ragazzi del sud meno bravi di quelli del nord o ancora bravini perché i docenti li aiutano? E, spiace dirlo, gli alunni non se la prendono più di tanto. Qualcuno fa un’affermazione atroce del tipo: “ Le prove Invalsi? Rispondiamo a caso, tanto che ce ne frega? Una crocetta qui, una lì.”

Come una crocetta qui a caso? Ma queste sono le prove Invalsi, mica uno scherzo…


Silvana La Porta, da Vivere, inserto de La Sicilia del 6 maggio 2010