Scuola

Sentenza Consiglio Stato,
per prof religione ineccepibile

Conferma infondatezza di chi confonde catechesi con insegnamento

  ApCOM, 11.5.2010

Roma, 11 mag. (Apcom) - Gli insegnanti di religione accolgono con soddisfazione la sentenza del Consiglio di Stato, resa nota oggi, che li riabilita ad assegnare i crediti scolastici agli studenti delle quinte superiori: "E' una sentenza che accogliamo con soddisfazione - dice ad Apcom il professore Orazio Ruscica, segretario nazionale del sindacato Snadir - perché conferma le tesi che da sempre abbiamo sostenuto, e cioè che è oggettivamente infondata la prospettiva, spesso pregiudiziale, di chi confonde la catechesi parrocchiale con l'insegnamento scolastico della religione".

I docenti di religione sostengono che la loro materia di insegnamento "non attiene alla fede individuale né ha lo scopo di generarla - sottolinea Ruscica - ma è un insegnamento che lo Stato garantisce a tutti coloro che non vogliono restare in una condizione di analfabetismo circa i fatti e i 'significati' religiosi che sono iscritte nelle categorie storiche della nostra nazione". Secondo il rappresentante dello Snadir, con questo parere "il Consiglio di Stato si pone nell'ottica della valorizzazione del lavoro degli studenti che si avvalgono dell'insegnamento della religione, che sono la maggioranza, è bene precisarlo, e di riflesso - conclude - anche del lavoro di coloro che seguono materie alternative o lo studio individuale assistito".

Anche per Nicola Incampo, insegnante di religione cattolica nella scuola secondaria ed esperto sulla disciplina, la sentenza del Consiglio di Stato ristabilisce una norma ingiustamente cancellata dal Tar del Lazio durante la scorsa estate. "Ho sempre affermato - dice Incampo, interpellato da Apcom - che con l'ordinanza ministeriale numero 26 del 15 marzo 2007, il ministero dell'Istruzione finalmente faceva chiarezza sul ruolo e sul compito degli insegnanti di religione nell'attribuzione del credito scolastico perché sosteneva che i docenti di religione 'partecipano a pieno titolo alle deliberazione del Consiglio di Classe concernenti l'attribuzione del credito scolastico agli alunni che si avvalgono di tale insegnamento'".

Ieri il Consiglio di Stato, in pratica, ha riabilitato quella ordinanza, secondo cui "nessuno può mettere a tacere gli insegnanti di religione nei consigli di classe - specifica l'esperto - quando bisognerà attribuire il credito agli alunni che si sono avvalsi dell'insegnamento della religione cattolica, anzi questi sono obbligati a dare il proprio contributo".