Manovra

Sindacati scuola:
a giugno manifestazioni e stop scrutini

Il 5 in piazza Cisl, Gilda, Cobas. Poi tocca Cgil, Uil, Unicobas

  ApCOM, 28.5.2010

A due giorni dalla presentazione della manovra finanziaria, che per il comparto istruzione prevede il blocco del contratto e degli scatti di anzianità per tre anni, i sindacati della scuola fanno sentire la loro voce attivando un fitto piano di contestazioni a partire dal mese di giugno: per il momento si tratta di iniziative individuali, a livello di singola sigla, ma la sovrapponibilità dei motivi della protesta potrebbe indurre i sindacati anche ad attuare una mobilitazione unitaria. Questo il piano delle proteste. Oggi la Flc-Cgil ha approvato all'unanimità un ordine del giorno di denuncia delle gravi conseguenze recessive della manovra economica del Governo: i lavoratori della conoscenza hanno annunciato che assieme a famiglie, studenti, ricercatori e precari, procederanno all'occupazione degli Uffici scolastici provinciali e regionali il 3 e 4 giugno prossimi. Previste anche assemblee pubbliche e nei luoghi di lavoro.

Oltre che l'adesione alla "manifestazione che si terrà a Roma, il 12 giugno, da piazza della Repubblica a piazza del Popolo con la Cgil e la Fp, insieme a tutte le lavoratrici e i lavoratori, agli studenti, ai pensionati che non vogliono che il prezzo della crisi gravi sempre 'tutto sulle nostre spalle'". Contro gli effetti della manovra, in particolare il blocco delle progressioni di anzianità, "una misura che contrasteremo con forza se non verrà modificata l'attuale stesura del decreto sull'emergenza", anche la Cisl Scuola scenderà in piazza: lo farà il 5 giugno a Roma. "Lo annunciamo - spiega il leader della Cisl Scuola, Francesco Scrima - convinti di non venir meno ai nostri doveri di responsabilità perché si tratta di una misura iniqua, di un inconcepibile accanimento verso una categoria che sta già pagando un alto prezzo alle politiche di contenimento della spesa, oltre a condividere i pesi che la manovra scarica sull'insieme dei pubblici dipendenti, a partire dal blocco dei contratti".

"E' scandaloso che una maestra venga a pagare più di un alto dirigente, pur non avendo ovviamente un reddito altrettanto elevato. E' un danno grave - conclude Scrima - destinato a ripercuotersi anche sul trattamento previdenziale, diventando così irrimediabile". Le modalità di mobilitazione della Uil Scuola, contro i provvedimenti del governo definiti "particolarmente iniqui nei confronti dei docenti e del personale della scuola", verranno definite invece lunedì prossimo durante l'assemblea nazionale dei segretari regionali. Sempre oggi il sindacato guidato da Massimo Di Menna ha fatto sapere, attraverso un comunicato, ha fatto spiegato che c'è "forte preoccupazione per il clima che si determina in un momento particolarmente delicato in cui gli insegnanti sono impegnati negli scrutini di fine anno scolastico e negli esami di stato". Attraverso un documento realizzato dalla segreteria nazionale, la Uil Scuola sostiene che "per il personale della scuola la manovra prevede non soltanto il blocco dei contratti, così come per tutti i dipendenti pubblici, ma una misura aggiuntiva che riguarda il blocco degli scatti di anzianità previsti dal vigente contratto. Tale misura determina una sorta di doppia manovra con effetti davvero insopportabili". Anche i sindacati di base annunciano proteste.

Oggi l'Unicobas, attraverso il suo segretario nazionale, Stefano d'Errico, ha comunicato che contro la "distruzione della scuola pubblica" realizzata dal governo attraverso la privazione di "risorse umane e finanziarie", cui si aggiunge, ora, il blocco del "contratto ed ogni aumento, anche d'anzianità, per tre anni, la rateizzazione del Tfr e un nuovo stop ai pensionamenti", si attueranno due particolari contestazioni: il blocco degli scrutini per due giorni e la dimissione dei coordinatori di classe. "Poiché il consiglio di classe durante le attività di scrutinio deve essere perfetto - sostiene d'Errico - basta un solo docente scioperante per bloccare lo scrutinio. Lo scioperante non può essere sostituito perché lo sciopero non è assenza bensì astensione dal lavoro. Lo sciopero è indetto per soli due giorni perché la legge antisciopero 146/’90, voluta fortemente da Cgil, Cisl e Uil, inserendo gli scrutini tra i servizi minimi essenziali, impedisce il blocco per più di due giorni. Sono escluse le classi terminali e le attività di esame". L'altra forma di protesta sarà rappresentata dalle dimissioni del docente che coordina la classe da scrutinare: "nella maggioranza delle scuole - dice il segretario Unicobas - i dirigenti scolastici hanno scaricato sui coordinatori dei consigli di classe tutto il lavoro preliminare necessario a svolgere gli scrutini, retribuendoli nella migliore delle ipotesi con una manciata di ore. E' un'attività volontaria, quindi non richiede dichiarazione di sciopero in merito. E il costo delle dimissioni è minimo: se un coordinatore si dimette il primo giugno - conclude d'Errico - perde la quota ore di quell'attività per i mesi di giugno, luglio e agosto, quindi solo tre dodicesimi del totale".

I due giorni di sciopero non si svolgeranno in contemporanea, ma sono stati cadenzati in base al calendario differenziato a seconda della regioni. Questo il programma: il 7-8 giugno in Emilia-Romagna, Calabria e nella Provincia di Trento; il 10 e 11 giugno nelle Marche, Puglia e Veneto; 11 e 12 giugno in Sardegna e Umbria; il 14 e 15 giugno nella provincia di Bolzano ed in tutte le altre regioni. Il calendario delle astensioni dagli scrutini, dal 7 al 15 giugno, è lo stesso già stata proclamato dai Cobas prima del varo della finanziaria. Contro "una manovra finanziaria che colpisce ulteriormente i salariati, in particolare del pubblico impiego e della scuola", il sindacato di base ha organizzato una manifestazione nazionale per il 5 giugno.

Lo stesso giorno in cui si ritroveranno a piazza Santi Apostoli, alle ore 15, gli iscritti alla Gilda degli Insegnanti.