Dirigenti scolastici/1. da Tuttoscuola, 30.5.2010 "Potete fidarvi di chi non sa fare i conti?" La domanda, una tipica domanda retorica a risposta incorporata, se la pone la "delegazione trattante dell'ANP" al tavolo del contratto dei dirigenti scolastici, ed è rivolta a una sigla concorrente, quella della Dirpresidi, il cui responsabile nazionale avrebbe diffuso calcoli sbagliati sugli "aumenti retributivi che spetteranno alla categoria a seguito dell'applicazione dell'Ipotesi di accordo appena sottoscritta". Dopo una serie di minuziose rettifiche sulle indennità, gli importi tabellari e gli arretrati spettanti, l'ANP rivede un po' al ribasso le cifre della Dirpresidi, giungendo alla conclusione che "la cifra relativa agli arretrati spettanti nel 2008 che non è di € 2.304,46 ma di € 2.132,91", e che "l'ammontare dell'insieme degli arretrati non corrisponde a € 7.961,97, come erroneamente indicato, ma a € 7.790,51". Un piccolo aggiustamento (meno di duecento euro su quasi ottomila) che dubitiamo possa seriamente scalfire il senso di invidia che, in questi tempi calamitosi per i pubblici dipendenti, certamente prova il restante 99% degli operatori scolastici. Su un altro punto c'è polemica tra ANP e Dirpresidi, quello della asserita (da questi ultimi) "assenza di incrementi della retribuzione di posizione nella parte variabile", che "dimostrerebbe che la complessità degli istituti non conta più niente". L'ANP replica che "concentrare gli incrementi sulle parti fisse della retribuzione è stato un risultato di grande rilevanza, per niente scontato all'origine del negoziato, in quanto abbiamo mantenuto l'allineamento del tabellare alle altre aree dirigenziali e abbiamo privilegiato gli elementi della retribuzione che sono pensionabili e questo, pensiamo, alla categoria non dispiacerà affatto". Vero, come è altrettanto inconfutabile però che anche questo contratto si conclude con un nulla di fatto per quanto riguarda la "retribuzione di risultato", legata alla professionalità dei singoli dirigenti. La somma delle due cose si traduce in aumenti dati a pioggia, che variano poco o niente in rapporto sia alla complessità della istituzione diretta, sia alle qualità professionali del dirigente. Un contratto così non aiuta a migliorare davvero la scuola. |