Il coro anti-Gelmini

UNIVERSITA'. Ieri il sit-in davanti Palazzo Madama contro il ddl sull’istruzione in discussione al Senato. In piazza studenti, ricercatori, lavoratori e docenti di tutta Italia. Si alza la protesta nel resto del Paese.

di Diego Carmignani da Terra, 20.5.2010

«Non sono previsti tagli. Gli studenti sono con me. Una minoranza tiene in ostaggio gli atenei. Bisogna avere il coraggio di cambiare», gli slogan lanciati ieri dal ministro della pubblica istruzione Mariastella Gelmini intenderebbero gettare acqua sul fuoco del disegno di legge in questi giorni al vaglio del Senato.

Proprio davanti Palazzo Madama ieri si è vissuto l’apice della settimana di mobilitazione indetta dai sindacati confederali e di base, con docenti, ricercatori, precari, lettori, personale tecnico-amministrativo e studenti di tutta Italia uniti in un coro di protesta contrario al modello Gelmini, che, in nome di uno «snellimento» del sistema universitario, riduce i finanziamenti, stronca la carriera di chi fa ricerca, privilegia solo alcune fortunate eccellenze, mette a rischio il diritto allo studio e, in altre parole, minaccia di fare tabula rasa di ciò che è già notoriamente fatiscente.

Oltre alla piazza calda di Roma, con i tre atenei pubblici Sapienza, Roma Tre, Tor Vergata in fermento, le proteste hanno tenuto ieri banco nell’intero Paese, con il blocco della didattica confermato fino alla giornata di sabato e manifestazioni a singhiozzo. In Campania, occupazioni simboliche e assemblee a Salerno, nell’università del Sannio a Benevento, e in diverse sedi partenopee: la Federico II, all’università Parthenope e alla Seconda Facoltà di Napoli.

Sempre accesa la protesta a Torino, dove già durante il Salone del libro si erano fatti sentire gli studenti, mentre i ricercatori si sono messi a fare ironicamente i lavavetri per un giorno: assemblee a Palazzo Nuovo in rettorato e campagna di informazione per cercare di sensibilizzare chi non è al corrente della riforma universitaria, propagandando anche il corteo di sabato che vedrà tutto il mondo della scuola in piazza.

A Bari, dopo otto ore con i lucchetti ai cancelli, incontro a viso aperto tra istituzioni universitarie, professori, dipendenti, e studenti. Sulla facciata del Bo a Padova campeggiano gli striscioni: «Siamo stanchi di pedalare» e «Contro il ddl Gelmini: libera la ricerca, libera il sapere». Stessa musica a Milano, Genova, Bologna, Cagliari, Palermo, Ancona, Trieste, Potenza e in tante altre facoltà di grande e piccole dimensioni.

Tornando alla Capitale, vero cuore della giornata, al sit-in davanti al Senato, a cui hanno partecipato anche alcuni esponenti politici come Vincenzo Vita e Paolo Cento, si sono aggiunti altri momenti clou. Una delegazione, composta da uno studente, un ricercatore, un precario e un docente, è entrata a Palazzo Madama per incontrare la Commissione che sta attualmente discutendo il ddl Gelmini. A mezzogiorno un flash-mob ha visto suonare centinaia di fischietti contemporaneamente per tre minuti.

E poi, immancabili, gli striscioni. “Difendiamo l’istruzione e la ricerca pubblica, l’unica libera e di tutti”, “Ci lasciate in mutande, ci vestiremo di cultura” e il più eloquente di tutti: “L’ignoranza è la vostra forza, la cultura la vostra paura”.