In manovra lotta a sprechi. Bersani all'attacco. In arrivo stretta su false invalidità ApCOM, 17.5.2010 Roma, 17 mag. (Apcom) - Il governo affila le armi contro gli sprechi nella Pubblica amministrazione, ma non intende tagliare gli stipendi dei dipendenti pubblici. Ad assicurarlo è il ministro della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, che sottolinea: "Ci sono sprechi da tagliare, ma il governo non metterà le mani nelle tasche degli italiani". E garantisce: "Non ci sarà nessun taglio agli stipendi dei dipendenti pubblici, non stiamo come la Grecia". All'attacco il leader del Pd, Pier Luigi Bersani, che definisce i rappresentanti del governo "venditori di paccottiglia propagandistica". "Da gente che ha sempre fatto sbarellare i conti pubblici - dice Bersani - non prendiamo lezioni. Il rigore è il vincolo, ma l'obiettivo è la crescita e una maggiore equità fiscale". Brunetta, annunciando la caccia agli sprechi da parte dell'esecutivo, non ha però detto nulla in merito alle voci di rinvio del rinnovo dei contratti pubblici. "Stiamo lavorando collegialmente a livello di governo. Nessuna drammatizzazione. Stiamo solo andando a caccia di sprechi". E per eliminarli è necessario, secondo il titolare della P.A., partire dalla politica (come proposto dalla Lega), per passare via via agli altri comparti della pubblica amministrazione, come le finte pensioni di invalidità. Il segretario del Partito democratico si dice "d'accordissimo" sulla proposta della Lega di tagliare gli stipendi dei parlamentari, ma teme si tratti di un annuncio demagogico per fare accogliere meglio future misure impopolari. "Sono d'accordissimo sui tagli - afferma - purché non ne facciano una foglia di fico per misure antipopolari perché a volte per indorare la pillola si fanno operazioni demagogiche dopo di che si dà la bastonata". Brunetta garantisce, inoltre, che il provvedimento allo studio del ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, sarà coerente i dettami Ue e non conterrà soltanto tagli ma anche misure per "il rilancio e lo sviluppo dell'economia del paese realizzando quelle riforme cosiddette a costo 'zero' o 'sotto zero'". |