MANOVRA
Brunetta: no tagli agli stipendi pubblici da Avvenire del 17.5.2010 La manovra correttiva dei conti pubblici da oltre 25 miliardi per il 2011 e 2012 non conterrà tagli agli stipendi dei dipendenti pubblici. Ci sarà invece una stretta alla erogazione delle pensioni di invalidità e un taglio alle spese della politica. Lo ha detto stamani il ministro della Funzione pubblica, Renato Brunetta, commentando le ipotesi sugli interventi che dovrebbero consentire all'Italia di riportare il deficit sotto il 3% del Pil nel 2012 dal 5,3% lo scorso anno. «Assolutamente non ci sarà nessun taglio agli stipendi dei dipendenti della pubblica amministrazione. Non siamo a questo punto, non siamo come la Grecia», ha detto il ministro. Una fonte vicina alla vicenda ha riferito la settimana scorsa che il governo vuole approvare i provvedimenti per decreto entro il mese, in anticipo sulla precedente indicazione di fine giugno, inizio luglio, per inviare un messaggio ai mercati turbati dai possibili effetti contagio della crisi del debito greca ad altri Paesi dell'Europa del Sud. L'Italia ha un deficit più basso rispetto ai maggiori partner europei, ma ha rivisto al rialzo il rapporto tra debito e Pil per il prossimo triennio (118,4% nel 2010, 118,7% nel 2011 e 117,2% nel 2012), parametro che l'Ue intende ora tenere sotto più stretto controllo. Il direttore del Centro studi di Confindustria Luca Paolazzi ha spiegato che per liberare le risorse necessarie alla crescita e a ripagare il debito il governo sarà costretto a passare attraverso le forche caudine delle pensioni e degli stipendi della Pa. In particolare, ha detto Paolazzi, fino a 8 miliardi di risparmi in due anni si potrebbero ottenere nel settore pubblico con il blocco degli aumenti contrattuali e la non sostituzione delle persone che lasciano il lavoro. Ma Brunetta afferma: «Mi vanto di avere chiuso il contratto 2008-2009, i contratti in quanto tali vanno onorati e rispettati all'interno dei conti pubblici».
Ai cronisti che a margine del forum Pa gli hanno poi chiesto se ci
saranno blocchi ai rinnovi contrattuali, Brunetta non ha risposto in
modo diretto: «Stiamo lavorando collegialmente a livello di governo,
nessuna drammatizzazione. Stiamo solo andando a caccia di sprech».
Alla domanda se sia possibile evitare dunque una manovra "lacrime e
sangue", il ministro spiega che su 300 miliardi di spesa corrente, i
12-13 miliardi da reperire con la manovra per il prossimo anno sono
poca cosa. «Sarà giusta e seria per eliminare gli sprechi e questo
faremo».
Il ministro ha poi detto che il governo ha intenzione di intensificare
i controlli sulla assegnazione delle pensioni di invalidità: «Ci
sono decine di migliaia di false, finte o non dovute pensioni di
invalidità, è necessario dare una stretta con molta attenzione ai
criteri [di assegnazione] e con controlli ben precisi». Ma secondo
la Confindustria sul fronte previdenziale il governo dovrebbe avere
più coraggio e aumentare in modo permanente la forchetta dell'età di
pensionamento di 58-65 anni prevista dalla legge attuale. Una misura
per ottenere risparmi immediati potrebbe essere la riduzione del
numero di finestre per andare in pensione. Per rendere digeribile
politicamente la manovra, il ministro leghista per la
Semplificazione, Roberto Calderoli, ha detto che dovrà comportare
sacrifici per tutti, a partire da ministri e parlamentari i cui
stipendi dovrebbero contrarsi del 5% almeno. Brunetta conferma che
si partirà dagli stipendi dei politici ma avverte che si tratta di
interventi simbolici: «La politica potrebbe costare meno. Ma agire
su questo fa la felicità dei cittadini ma non risolve granché. È una
misura simbolica, si partirà da qui». Il ministro dell'Economia,
Giulio Tremonti, stasera e domani partecipa a Bruxelles alla
riunione dell'Eurogruppo e dell'Ecofin. Sebbene il commissario Ue
per gli Affari monetari Olli Rehn avesse annunciato l'esame dei
piani nazionali per accelerare il consolidamento dei conti pubblici,
l'argomento non figura all'ordine del giorno e probabilmente ci si
limiterà a uno scambio informale di opinioni. Ieri sera Tremonti ha
fatto sapere che il governo sta ancora lavorando sui contenuti della
manovra. Sulla manovra per il prossimo biennio finora sono circolare solo «voci confuse e confusionarie» nessuna decisione è stata presa, ha assicurato domenica sera il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti. La precisazione è arrivata nel giorno in cui si dice che la Finanziaria sarà pronta quasi certamente tra la fine di maggio e i primi di giugno sebbene tutti siano d'accordo sul fatto che i dettagli ancora non si conoscono. Nel frattempo scende in campo il leader della Lega, Umberto Bossi, per sottolineare come sia «l'Europa che imporrà» a Tremonti «una manovra pesante perché la sta imponendo a tutti i Paesi che hanno un forte debito pubblico: dopo la Grecia, la Spagna e il Portogallo c'è anche l'Italia». Del resto da Berlino il cancelliere Angela Merkel ha ancora tuonato contro i Paesi indebitati e la disparità tra la solidità economica nell'Eurozona che mette a rischio la moneta unica. Ed "europea" è anche la definizione che Tremonti sceglie per la Finanziaria 2010. Il leader della Cgil Guglielmo Epifani, anche lui a Berlino per il congresso del sindacato Dfb, domenica ha avvertito però che il sindacato sarà disponibile al dialogo se si tratta di una manovra «equa, che colpisce gli sprechi veri, chi ha di più». È ormai data per scontata, comunque, una stretta su statali e pensioni e l'adozione del taglio del 5% per le indennità parlamentari e dei manager pubblici di primo piano, ad iniziare dai presidente delle Authority, e dai magistrati, aggiunge Bossi. Su questo tema, in linea con quanto stanno già adottando i diversi governi europei, è tornato anche il ministro Calderoli e un po' tutti gli esponenti del governo sembrano in verità d'accordo su questo sacrificio per far meglio digerire i provvedimenti che verranno presi. Misure che, in base alle indiscrezioni «confuse» a cui fa riferimento il responsabile di Via XX Settembre, potrebbero far lievitare la manovra dai 25 miliardi finora accreditati e ripetuti ancora questa mattina dal ministro Brunetta, a poco meno di 28. Per quest'anno comunque la correzione, concordano un po' tutti, sarà con ogni probabilità tra i 12,5 e i 13 miliardi. Una cifra consistente che potrebbe colpire anche i finanziamenti delle grandi opere. La Cgil si dice disponibile al dialogo ma su un eventuale sciopero avverte che «se il governo tirerà dritto faremo altre scelte». La Finanziaria che il ministro Tremonti avrebbe definito "europea" dovrà incardinarsi su "lotta all'evasione e certamente su tagli agli sprechi», ha assicurato Brunetta, secondo cui si interverrà su «tutte le grandi voci negative della spesa corrente, e ce ne sono tante. Le categorie che saranno toccate protesteranno, ma sono sicuro che gli italiani capiranno».
Tra conferme e smentite i capitoli più controversi della manovra
riguardano statali e pensioni.
L'ultima finanziaria ha accantonato le sole risorse per la vacanza
contrattuale. Mancano così i fondi per i rinnovi. La posta - ha
calcolato la Corte dei conti - varrebbe 5,3 miliardi per il prossimo
triennio. Tra le ipotesi allo studio dei tecnici ci sarebbe anche il
congelamento, seppure temporaneo, degli aumenti per il personale
pubblico non contrattualizzato: la misura varrebbe tra un miliardo e
un miliardo e mezzo. È il comparto pubblico che contempla appunto i
magistrati, i prefetti, i professori universitari e le forze armate.
Un ulteriore stretta arriverebbe dallo slittamento delle buonuscite
dello Stato ai dipendenti che vanno in pensione. Complessivamente
sono attesi risparmi tra i 6,5 e gli otto miliardi.
Il ministro Brunetta ha confermato che è allo studio il blocco di una
delle due "finestre" per le pensioni di anzianità previste per il
2011. «Il ritardo di qualche mese per chi aveva deciso di andare in
pensione, è un sacrificio? Chiamiamola piccola iattura, ma non mi
sembra una cosa insopportabile di fronte a tutto quello che sta
succedendo in Europa e in giro per il mondo», ha detto. Secondo
alcune ricostruzioni potrebbe valere un miliardo l'anno. Una nuova
stretta sarebbe inoltre in programma sulle false pensioni di
invalidità e su quelle cosiddette di "accompagnamento". Oltre al mancato rifinanziamento dell'imposta agevolata al 10% sui premi di produttività si parla soprattutto di lotta all'evasione da intensificare oltre ad una sorta di regolarizzazione per gli immobili 'fantasmà che l'Agenzia del Territorio ha identificato; nuovi controlli inoltre sul fronte dei giochi pubblici. Al momento più che nuovi giochi sarebbero infatti allo studio norme contro il gioco clandestino, con una particolare attenzione ai giochi on line e ai gestori stranieri che operano in Italia senza rispettare la normativa.
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