Nuovi professionali: di Lara La Gatta La Tecnica della Scuola, 30.7.2010 A distanza di due settimane dalla pubblicazione della Direttiva n. 57del 15 luglio 2010 contenente le linee guida per il riordino degli istituti tecnici, con la Direttiva n. 65 del 28 luglio 2010, inviata alla Corte dei conti per la registrazione, sono state definite le Linee-guida per il passaggio al nuovo ordinamento nell’a.s. 2010/2011 relativamente al primo biennio degli istituti professionali. Anche in questo caso, si tratta di un documento piuttosto corposo, predisposto a cura del Gruppo tecnico di lavoro istituito con decreto dipartimentale n. 12/09, tenendo conto dei suggerimenti proposti dalle istituzioni scolastiche interessate e nel confronto con le associazioni disciplinari e professionali e le parti sociali. Il testo contiene riferimenti ed indicazioni per la definizione del piano dell’offerta formativa e dell’organizzazione del curricolo per le classi interessate, nonché l’articolazione in competenze, abilità e conoscenze dei risultati di apprendimento. Parte integrante del documento è anche un breve glossario per rendere più comprensibile il linguaggio utilizzato. Dopo la pubblicazione delle Linee guida prenderà il via un’ulteriore fase di misure nazionali, finalizzate soprattutto all’aggiornamento dei docenti e dei dirigenti scolastici. “Il riordino degli istituti professionali – leggiamo nel documento - risponde all’esigenza di organizzare percorsi formativi quinquennali, finalizzati al conseguimento di un titolo di studio, fondati su una solida base di istruzione generale e tecnico-professionale riferita a filiere produttive di rilevanza nazionale che a livello locale possono assumere connotazioni specifiche”. Gli elementi distintivi che caratterizzano gli indirizzi dell’istruzione professionale all’interno del sistema dell’istruzione secondaria superiore si dovranno basare, secondo i nuovi orientamenti, sull’uso di tecnologie e metodologie tipiche dei diversi contesti applicativi, sulla capacità di rispondere efficacemente alla crescente domanda di personalizzazione dei prodotti e dei servizi, che è alla base del successo di molte piccole e medie imprese del made in Italy, oltre che su una cultura del lavoro che si fonda sull’interazione con i sistemi produttivi territoriali. Fattore imprescindibile per l’elaborazione del piano dell’offerta formativa degli istituti professionali è quindi rappresentato dalla stretta interrelazione con il territorio e il mondo produttivo. E gli strumenti per intrecciare la progettazione didattica della scuola con i piani di sviluppo locali e le esigenze formative degli studenti sono quelli offerti dall’autonomia didattica e organizzativa, arricchiti – secondo il Miur – proprio dalle opportunità messe a disposizione delle scuole dal regolamento sul riordino, che dovranno articolare l’offerta formativa puntando su progetti basati su tre parole-chiave: menti d’opera, professionalità e laboratorialità. |