Gavettoni, bagni nelle fontante, farina e clacson nelle piazze.
La scuola è finita: libri bruciati,
Ambulanza per una 14enne a Belluno, feriti lievi
di Silvia Madiotto e Federica Fant* da Il Corriere del Veneto, 10.6.2010 VENEZIA — Non c’è gavettone senza maglietta bianca. E ieri, guarda caso, le più bersagliate all’uscita da scuola erano le ragazze che con la malizia dell’adolescenza hanno indossato vesti tanto chiare da diventare trasparenti. Nell’anno della severità e delle novità della riforma Gelmini, del voto in condotta e della maturità sotto scacco per il 5 in pagella, i giovani veneti hanno festeggiato l’ultimo giorno di lezione lasciandosi andare. Dai tuffi nelle fontane di Treviso e Vicenza ai bagordi alcolici di Belluno, l’anno scolastico si è chiuso all’insegna della goliardia e anche di qualche eccesso. Sbuffi di farina al suono della campanella, trombe assordanti, clacson di auto cabrio che sfilano davanti agli istituti «rivali» e sganciano palloncini d’acqua: ieri gli studenti hanno dato spazio alla creatività. Identificati dai vigili Per sfuggire ai divieti scanditi da qualche preside, a Treviso molti alunni hanno preferito allontanarsi dagli istituti periferici per avvicinarsi al centro, dove si sono sfidati a colpi di gavettoni, fra gli sguardi dei passanti infastiditi. La battaglia più combattuta è avvenuta davanti al liceo classico «Canova», dove si sono riversati i ragazzi dello scientifico «Da Vinci». E alla fine la conta degli «asciutti» è stata una bella sfida. Anche perché l’esperienza insegna, e chi in passato è stato vittima stavolta si è attrezzato con gli ormai celebri «super- liquidator»: spruzzo più potente e a lunga gettata, per raggiungere anche gli amici in fuga. C’è stato anche chi ha sfruttato i mezzi a disposizione: in cinque su un’Ape Cross attraverso Treviso, gridando e sbandierando quaderni e libri. Ma un gruppo di alunni delle superiori ha rischiato di cacciarsi nei guai, a causa dei bagni proibiti nella fontana di piazza San Leonardo. Dopo aver lasciato inizialmente correre, la polizia locale è intervenuta nel momento in cui i lanci d’acqua hanno cominciato a bloccare la circolazione. E dato che il gruppetto non accennava a calmarsi, alcuni minorenni sono stati identificati. I ragazzi però apprezzano di più le «guerre di quartiere»: tutti contro tutti davanti all’ingresso della scuola e poi via, in osteria. «Sono entrato in classe già ubriaco», ammette candidamente uno studente al quarto anno del liceo classico. All’ospedale Da Treviso a Belluno, con una 14enne finita al Pronto soccorso per un’intossicazione etilica. Aveva festeggiato la fine della scuola lungo il Piave, sulla riva Lambioi, ma verso mezzogiorno si è sentita male e i compagni hanno chiamato l’ambulanza. Erano qualche centinaia i ragazzi che si sono dati appuntamento al Piave per prendere il sole, bere e chiacchierare. Purtroppo qualcuno ha esagerato: sparse ovunque c’erano bottiglie di superalcolici e lattine di birra. La polizia ha tenuto d’occhio la situazione fin dalle prime ore della mattina, senza farsi notare. Pronte anche le ambulanze, nel caso fossero servite. Le rive del Piave erano piene di ragazzi che bevevano Coca Cola e, in costume da bagno, prendevano il sole. Proseguendo lungo il fiume, comitive di giovani che si tuffavano in acqua, anche vestiti, lattine e bottigliette di birra messe al fresco. «Qua c’è gente alternativa, che si diverte con poco — hanno detto — si beve una birra in compagnia». Gente con bonghi, fumo e molti ragazzi ubriachi. In fondo, vicino al bosco, le situazioni «borderline». «Lì — ha rivelato un 17enne — c’è chi si fa le canne e gli acidi»; «Bisogna avere testa — ha rincarato un compagno — quando la gente non ne ha, va incontro a rogne». Nel gruppo anche L.S. di 27 anni, già noto alle forze dell’ordine: «Sono stato 9 mesi in carcere a Belluno e due ai domiciliari. Avevo un lavoro, poi ho fatto un incidente in macchina e ho perso tutto. Ieri pure la ragazza, ma oggi va meglio», ha detto presentando quella nuova, conosciuta da poche ore. Libretti bruciati A Padova una delle prime cosa che si notava ieri mattina in Prato della Valle, preso di mira da migliaia di giovanissimi intenti a correre su e già per l’isola Memmia tra gavettoni e scherzi, era l’odore di bruciato. Quello dei roghi improvvisati con quaderni e libretti scolastici. Una grande festa per l’ultimi giorno di scuola. Due punti di ritrovo, dopo i tradizionali concerti organizzati in ogni istituto: il Prato della Valle e il Parco Iris. E in entrambi i casi lo stesso copione. Gavettoni, ragazzi fradici da testa a piedi, braccia e gambe colorate con firme e scritte. E poi abbracci, baci, scene di gioia da finale dei Mondiali, che in alcuni casi non è stato semplice contenere. Dalle 11 alle 12 quattro ragazzi si sono feriti nella fontana dell’isola Memmia, presa d’assalto per il tradizionale bagno benaugurante. Sul posto polizia, vigili, carabinieri e una pattuglia di militari. A pochi minuti dall’inizio dei festeggiamenti si è poi deciso di svuotare d’acqua la fontana e di transennarla, per evitare ulteriori incidenti. Altri due ragazzi sono finiti all’ospedale per ferite lievi causate da cadute o colpi accidentali (uno aveva una vistosa ferita alla fronte).
Controllati a vista Circolari «minatorie» e polizia provinciale
all’entrata delle scuole: così i festeggiamenti degli studenti
veneziani sono rimasti nei limiti. Farina e acqua negli zaini
(controllati all’ingresso in classe) fino all’entrata del Parco
della Bissuola di Mestre, da sempre il luogo cult di fine anno
scolastico. Già nelle scorse settimane, però, i presidi erano stati
chiari: niente liquidi e alcolici, altrimenti sarebbero scattati
provvedimenti disciplinari e 5 in condotta. E infatti è stata
sequestrata solo qualche bottiglia d’acqua. |