Tar Lazio. I professori di ruolo da Tuttoscuola, 28.6.2010 La legge 167/2009 che ha cercato di risolvere il contenzioso sorto per i trasferimenti di docenti precari in graduatorie di altri province e dell'inserimento in coda, anziché a pettine, ha previsto anche la cancellazione da tutte le graduatorie dei docenti già di ruolo. A decorrere dall'anno scolastico 2010-2011, non è consentita la permanenza nelle graduatorie ad esaurimento dei docenti che hanno già stipulato contratto a tempo indeterminato per qualsiasi tipologia di posti di insegnamento o classi di concorso. La norma legislativa è stata messa in atto da un decreto direttoriale dell'11 marzo scorso con il quale è stato disposto il depennamento dalle graduatorie ad esaurimento dei docenti di ruolo, come previsto dalle legge 167/2009. Tutto a posto? Per niente. Alcuni professori depennati, con il sostegno legale dell'Anief, hanno impugnato davanti al Tar quel depennamento, e il Tar ha emesso un'ordinanza cautelare di sospensiva del decreto direttoriale. Se ne dovrà parlare in camera di consiglio al Tar il 30 settembre prossimo, ascoltando anche le ragioni del Miur, vista la richiesta di remissione alla Corte costituzionale per dubbi di legittimità della legge 167/09. L'Anief, soddisfatta per questo ennesimo successo a favore del personale scolastico precario, ha dichiarato, per voce del suo presidente, Marcello Pacifico, che la legge 167, oltre ad essere (a suo parere) illegittima, non risolve il problema dei precariato (il passaggio da un ruolo all'altro tramite scorrimento delle graduatorie non fa perdere alcun posto di lavoro perché libera un posto e ne assegna un altro) ma rende nullo, di fatto, il superamento di una prova concorsuale e il relativo titolo abilitante, ovvero annulla un titolo legittimamente acquisito. Questa nuova ordinanza del Tar, che va ad aggiungersi all'altra di qualche giorno fa sul blocco degli organici, rappresenta per il Miur un altro impegno per difendere la politica della Gelmini dagli attacchi concentrici che vengono dal mondo politico e sindacale. Fino a quando resisterà ... questa resistenza? |