“Precaria e anche beffata. La Stampa, 2.6.2010
ROMA
«Già. E ora? Insegno da cinque anni italiano e storia in un istituto
professionale di Gragnano, in provincia di Napoli. La pratica di
ricostruzione della mia carriera si è conclusa proprio in questi
giorni, il congelamento degli scatti mi sembra una bella beffa. Ho
visto finalmente la fine del tunnel e ho capito che non mi ha
portato a nulla perché avrò uno stipendio bloccato fino al 2013».
«Circa 1300 euro».
«Circa 200-250 euro. Nulla di particolare ma per noi professori le
cifre sono queste. Al massimo, dopo 40 anni di servizio si arriva a
1800 euro. Un po’ di più guadagna solo chi ha gli assegni familiari.
La nostra categoria ha solo questa gratificazione personale, gli
scatti e fare il passaggio di ruolo. Ho studiato durante le vacanze
per arrivare a questo traguardo, mi sento davvero tradita».
«Ormai è difficile credere in qualcosa. Dovevano aumentare gli
stipendi e invece ci congelano gli scatti per tre anni e bloccano
anche liquidazioni e buonuscite. Parlano di merito e invece decidono
di mettere a punto un disegno di legge come quello dell’Aprea in
discussione in Parlamento che è da brividi».
«Contiene modifiche profonde che inciderebbero soprattutto sulle donne
che fanno questo lavoro. C’è una privatizzazione della figura degli
insegnanti che ne rende molto più debole la figura, eliminando
alcuni diritti fondamentali». «Se dovessero essere approvate infatti potrebbero essere licenziate in caso di maternità. Forse non a caso il ministro Gelmini sostiene che la maternità è un privilegio, vogliono toglierci questo diritto». |