Nelle scuole slittano diversi scrutini: Maggiori adesioni sciopero in Emilia. Si prosegue fino 15 giugno da Virgilio Notizie, 8.6.2010 Stanno ottenendo quel che volevano i Cobas, assieme ad altri sindacati di base - Cub, Usi-Ait e Unicobas - ed associazioni dei precari, con lo sciopero degli scrutini avviato ieri in Emilia-Romagna, Calabria e provincia di Trento per protestare contro i tagli agli organici, alle risorse e al blocco del contratto e degli stipendi previsto dalla manovra finanziaria: anche se alla protesta, che nei prossimi giorni si estenderà a tutte le altre regioni, ha aderito una percentuale minima di docenti, in diversi casi ciò è bastato per rinviare gli scrutini di fine anno. Le adesioni maggiori all'insolito sciopero, cui non aderiscono i sindacati maggiori firmatari del contratto, si sono registrate in Emilia: in provincia di Bologna non si sono presentati alla convocazione dei presidi alcune centinaia i docenti, molti dei quali precari; anche a Modena le astensioni dal lavoro hanno bloccato decine di consigli di classe obbligando i dirigenti a rivedere un po' tutte le operazioni di fine anno scolastico. Appare piuttosto difficile quantificare gli effetti pratici dello sciopero. La normativa scolastica prevede, infatti, che per lo svolgimento dei consigli di fine anno sia obbligatoria la presenza di tutti gli insegnanti: in caso di collegio 'imperfetto' lo scrutinio non può essere che rimandato. Qualora avesse così deciso di scioperare un docente di diritto o educazione fisica ciò potrebbe produrre il rinvio di ben 9 scrutini (il numero di classi assegnate normalmente agli insegnanti che vi hanno svolto due ore a settimana di lezione); il discorso cambia se invece si astiene dal lavoro un insegnante di italiano o matematica, che spesso ha assegnate non più di tre o quattro classi. I dirigenti scolastici hanno programmato in quasi tutte le circostanze lo svolgimento dei nuovi scrutini già per domani: la norma in vigore sulla regolamentazione dello sciopero sulle operazioni di fine anno obbliga i presidi a fare in fretta. Prima di tutto perchè i docenti possono dare forfait in non più di due occasioni. E comunque lo scrutinio non può slittare oltre cinque giorni dalla prima convocazione. Sulla riuscita dello sciopero sembra aver avuto un grosso peso la scelta del governo di penalizzare i lavoratori della scuola attraverso il contemporaneo blocco triennale del rinnovo contrattuale e degli scatti stipendiali legati all'anzianità di servizio: tanto è vero che tra gli scioperanti di oggi figurano docenti, ma anche alcune amministrativi, tecnici ed ausiliari, iscritti ai sindacati maggiori, ad iniziare dalla Flc-Cgil. La protesta proseguirà anche oggi, sempre in Emilia-Romagna, Calabria e nella provincia di Trento. Giovedì e venerdì, 10 e 11 giugno, lo sciopero è stato indetto nelle Marche, Puglia e Veneto; venerdì e sabato, l'11 e 12, toccherà al personale della Sardegna e dell'Umbria. Lunedì e martedì, 14 e 15 giugno, nella provincia di Bolzano ed in tutte le altre regioni (Abruzzo, Basilicata, Campania, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Molise, Piemonte, Sicilia, Toscana, Valle d'Aosta). Alg-Pol/ Bol |