La strada per la piena applicazione della legge
per la tutela della minoranza slovena è ancora lunga

di Sara Matijacic da Bora.La, 28.6.2010

“Con il decreto Gelmini, che vieta la doppia presenza degli insegnanti, la scuola bilingue di San Pietro al Natisone e l’stituto comprensivo di Tarvisio rischiano di non poter continuare la loro attività”. Queste sono state le parole iniziali di Bojan Brezigar durante la conferenza stampa che ha visto l’illustrazione dei contenuti dell’incontro del Comitato istituzionale paritetico per i problemi della minoranza slovena.

Brezigar ha constatato che nonostante il clima dei rapporti tra italiani e sloveni sia molto migliorato negli ultimi anni e gli sloveni non siano più considerati estranei ma vengano accettati come parte integrante del territorio, ci sono ancora delle difficoltà, in particolare nella provincia Udine, “dove si vuole negare a certi gruppi di lingua slovena la loro appartenenza al gruppo minoritario, dicendo che la loro lingua è un’altra cosa dallo sloveno.” Brezigar ha precisato che il Comitato nelle sue proposte ha inserito l’utilizzo delle varianti locali della lingua slovena nella toponomastica. “Non vogliamo imporre la lingua ufficiale slovena, ma valorizzare le parlate locali, tra cui dialetti della lingua slovena”. ha dichiarato.

Una delle difficoltà che deve affrontare il Comitato è la “questione dei finanziamenti”. La legge finanziaria del 2011 ha previsto una nuova riduzione dei finanziamenti (previsti secondo la legge per la tutela della minoranza slovena) per le attività della minoranza: si parla di 1.000.000 euro in meno. Questi fondi vengono utilizzati per lo più per istituzioni al servizio della comunità slovena, come la scuola di musica, la casa dello studente slovena, le biblioteche, l’istituto di ricerca con un proprio personale e quindi con delle spese fisse. Circa 800 dipendenti vengono pagati con questi fondi. Brezigar ha voluto precisare che la cifra globale è rimasta inalterata dagli anni Novanta e con la recente crisi economica un’ulteriore riduzione metterebbe a rischio le istituzioni della minoranza.

Brezigar ha concluso la conferenza, affermando che oggi il Comitato paritetico pù esercitare la propria attività a pieno, cosa che non succedeva 5 anni fa, quando il comitato di allora dovette affrontare numerosi problemi e la sua attività veniva ostacolata dall’allora Governo. Questo a dimostrazione che i rapporti con i politici locali e nazionali sono cambiati in meglio, ma c’è ancora molta strada da fare per arrivare alla piena applicazione della legge per la tutela della minoranza slovena in Italia.