Una solitudine troppo rumorosa

Coordinamento Precari Scuola Veneto, 19.1.2010

Il titolo del libro del premio nobel Bohumil Hrabal indica bene la situazione di noi precari della scuola di ogni ordine e grado: notizie, leggi, decreti, manovre che ci tagliano e ci schiacciano. Ma che tagliano e schiacciano solo quei precari che non insegnano religione.

Eh sì questi sono zona protetta: non si tagliano, non si riordinano ed anzi, come ricorda alla Curia lo scorso 28 dicembre il ministro Tremonti, folgorato sulla via di Damasco, il ministero dell'Economia, scrive: "A seguito degli approfondimenti effettuati in merito all'oggetto, si comunica che questa Direzione ha programmato, sulla mensilità di maggio 2010, le necessarie implementazioni alle procedure per il calcolo degli aumenti biennali spettanti agli insegnanti di religione anche sulla voce IIS (Indennità integrativa speciale, ndr) a decorrere dal 1 gennaio 2003" (informativa n. 166 del 28.12.2009).

L'aumento biennale del 2,5 per cento è stato introdotto con la legge n. 831/1961 che in realtà riguardava tutti gli insegnanti precari, a prescindere dalla materia. Ma nel corso degli anni una serie di circolari ministeriali ha ristretto lo scatto automatico solo a quelli di religione.
 

E noi semplici precari che non abbiamo l’onore di insegnare religione chiediamo:

PERCHE’ a loro sì e a noi no?  Perché questo nonostante la revisione del concordato del 1985 all’articolo 1 non consideri più in vigore il principio della religione cattolica come sola religione dello Stato italiano?

PERCHE’ anche questo privilegio oltre a quelli di accesso alla cattedra su segnalazione dell'ordinario diocesano, assunzione sulla base di un successivo concorso riservato?

PERCHE’ può toccarli solo la stessa Curia revocandone l'idoneità all'insegnamento ed anche in quel caso, si è stabilito qualche anno fa, l'insegnante di religione immesso in ruolo non perde il posto, ma può far valere i suoi titoli per insegnare altre materie scavalcando altri precari con meno santi in paradiso?

PERCHE’ questo nonostante l’articolo 2 del  decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297 riconosca l’applicazione agli insegnanti di religione cattolica le stesse norme giuridiche  e lo stesso trattamento economico previsti per gli altri insegnanti?

PERCHE’ i precari di religione hanno sempre incarichi dal 1 settembre al 31 agosto con l’estate pagata a stipendio intero mentre la maggior parte degli altri precari vive con la disoccupazione?

PERCHE’ anche se precari restano sempre nelle stesse sedi assicurando così quella continuità didattica che non vale per tutti gli altri docenti nemmeno quelli di sostegno?

PERCHE’ tutto questo ignorando la Costituzione Italiana, la Costituzione Europea, le sentenze della Corte Europea e la Carta dei Diritti dell’uomo?
 

A fare i conti in tasca alla spesa della scuola pubblica per gli insegnanti di religione si trova qualche sorpresa. A partire dal numero complessivo: in aumento costante, per le massicce immissioni in ruolo fatte negli ultimi anni. Tra il 2004 e il 2007 sono stati assunti oltre 15mila tra maestri e professori di religione. Adesso sono all’incirca 40.000 con gli incarichi annuali e cifra più cifra meno costano 800 milioni all'anno. Ottocento milioni pagati da tutti, incomprimibili e insindacabili. E non solo perché oggetto di un accordo sottoscritto con uno Stato estero: non è che nei patti col Vaticano siano stati scritti anche i dettagli organizzativi e burocratici, e spesso sono questi a fare la differenza. Un esempio: mentre da tutte le parti ci si affanna per razionalizzare, accorpare, risparmiare, l'insegnante di religione è attribuito rigidamente per classe. Questo vuol dire che c'è sempre, anche se solo uno studente di quella classe opta per l'insegnamento della religione. Oppure, senza andare al caso estremo, se ci sono due classi con dieci studenti ciascuna che scelgono la religione, queste non si possono accorpare per quell'ora. Un meccanismo che moltiplica le ore e le cattedre. Diventa interessante, a questo punto, sapere quanti studenti scelgono l'ora di religione, per capire perché il numero degli insegnanti è cresciuto e se potrebbero essere utilizzati meglio: però  la Pubblica Istruzione questa informazione non la fornisce. È un dato che gli uffici statistici del ministero hanno, ma non è a disposizione del pubblico. E mentre dal 2000 gli studenti che si avvalgono dell’ora di religione sono in costante calo, paradossalmente da allora aumenta il numero di maestri e prof di religione (dati CEI).

Riassunto:

  1. Tagli al personale docente ed ATA della scuola pubblica di circa 130.000 mila unità in tre anni.

 

  1. Taglio del 25%  al contratto per le pulizie scolastiche imposto dal MIUR con la nota 9537 del 22 dicembre (l’USR dell’Emilia Romagna ha proposto di pulire bagni e classi ogni due giorni). Il risparmio ottenuto può servire a pagare i supplenti.

  2. Taglio del FIS ai minimi storici: non ci sono soldi nemmeno per comprare colori e carta per fotocopie. E tantomeno per assicurare l’ora di alternativa a chi non fa religione.

  3. Classi sovraffollate e fuori norma.

In questo scenario apocalittico gli insegnanti di religione, compresi i supplenti,  non solo non vengono ottimizzati come risorsa ma si vedono riconosciuti scatti di anzianità che porteranno nelle loro buste paghe, a partire da maggio, circa 220 euro in più.

Domanda: ma questi fondi per gli scatti di anzianità DA DOVE VENGONO FUORI?

Perché la scuola pubblica e la maggior parte del suo personale deve penare per sopravvivere e qualche privilegiato no?

Perché nessuno esprime parere contrario? Dove sono le forze sindacali? E tutti quei partiti che ribadiscono la laicità dello Stato?
 

Duemila anni fa un certo Gesù professava che TUTTI GLI UOMINI SONO UGUALI.

Ma la sua, come la nostra, ci sembra tanto una voce nel deserto.

 

Coordinamento Precari Scuola Veneto