Sesso nell’ora matematica, di A.G. La Tecnica della Scuola, 31.1.2010 È un’insegnante precaria molisana sorpresa da nel 2006 da una collega di educazione fisica in un'aula, appoggiata schiena al muro, con un ragazzo in mutande, due con i pantaloni aperti e altri due seduti sui banchi. Lei dichiarò di essere stata vittima dei ragazzi, ma il Tribunale di Monza l’ha condannata nel 2007 a due anni e dieci mesi. Ora i giudici amministrativi le credono, accusando i ragazzi di aver espresso ragionamenti viziati sul piano della logica. “Ha basato il proprio convincimento esclusivamente sui racconti di alcuni studenti, senza alcun riscontro probatorio, ma anzi in presenza di fatti che contrastavano in maniera stridente le morbose e fantasiose narrazioni dei minori”: così, rivolgendosi al giudice di primo grado, si è espresso la Corte dei Conti della Lombardia a proposito di un procedimento, per danno all’immagine di un istituto di primo grado brianzolo, nei confronti di un’insegnante precaria molisana che nell’ottobre del 2007 fu condannata a due anni e dieci mesi di carcere dal Tribunale di Monza per aver compiuto atti sessuali in aula con tre allievi. Ora, la Corte dei Conti della Lombardia ha ribaltato la sentenza di primo grado e ha prosciolto la donna dall’accusa che le aveva chiesto un rimborso per aver indirettamente cagionato una pubblicità negativa alla scuola di 4.446,27 euro, dieci volte quanto guadagnato dalla donna in 17 giorni di supplenza. Secondo i giudici della Corte dei Conti i racconti degli studenti erano "scarsamente attendibili", i ragionamenti viziati "sul piano della logica", le "ricostruzioni di fantasia" e ad oggi non risulta "una benché minima prova che nella scuola si siano verificati atti osceni ai danni di minori". La supplente di matematica in una scuola media della Brianza (nel frattempo tornata a casa per evitare polemiche e ritorsioni psicologiche) fu sorpresa da una insegnante di educazione fisica in un'aula, appoggiata schiena al muro, con un ragazzo in mutande, due con i pantaloni aperti e altri due seduti sui banchi. Lei dichiarò di essere stata vittima dei ragazzi. In attesa dell’esito dell'appello, del processo penale, i giudici della Corte dei Conti le hanno creduto. Mettendo, invece, in grosso dubbio i racconti degli alunni, che, a loro dire, avrebbero approfittato dell’inesperienza e mancanza di carattere della giovane prof precaria per mettere in atto una goliardata di pessimo gusto. Ed aprendo i presupposti del conflitto di visuali tra magistratura contabile e penale. |