A novembre permessi aumentati del 65% rispetto
al 2008.
Il prof si ammala di più Salvo Intravaia, la Repubblica 8.1.2010 ROMA - Boom di assenze per malattia a novembre nella scuola. Il dato non è ancora stato ufficializzato dal ministro della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, ma conferma l'incremento registrato negli altri comparti del pubblico impiego che qualche settimana fa ha determinato il giro di vite sulle cosiddette fasce di reperibilità. Per controllare gli assenteisti il ministro Brunetta, lo scorso mese di agosto ha lanciato la cosiddetta Operazione trasparenza: assenze e stipendi dei dirigenti in rete. Ma gli istituti che finora hanno provveduto sono ancora pochi: 24 su 100. Nella scuola le assenze più numerose sono quelle per malattia, che tuttavia a novembre non superano il 5 per cento del totale delle giornate lavorative. Ma spulciando tra i dati pubblicati dalle stesse scuole si scopre che in alcune realtà si raggiungono tassi di gran lunga superiori alla media nazionale. È il caso dell'istituto superiore di Marsciano, in provincia di Perugia, dove le assenze (tra malattia, permessi e ferie) a novembre hanno raggiunto quota 41 per cento. Dell'istituto superiore Failla Tedaldi di Castelbuono, in provincia di Palermo, e della direzione didattica Savona-Chiavella, in provincia di Savona, dove si è oltrepassato il 20 per cento. Secondo i primi monitoraggi effettuati dagli uffici scolastici regionali, nello scorso mese di novembre le giornate di assenza per malattia collezionate dai soli docenti sono state più di 822 mila. Nello stesso mese del 2008 le giornate di malattia degli insegnanti non raggiunsero neppure le 500 mila unità. "Atteggiamenti opportunistici" da parte di maestri e prof, come sostiene senza mezzi termini Brunetta, o effetto dell'influenza A, che nei mesi scorsi ha decimato intere classi e gli stessi organici dei docenti? Probabilmente, ad influire, sono stati entrambi i fattori. Fatto sta che l'incremento di assenze per patologie dichiarate dai 739 mila docenti italiani nello scorso mese di novembre è stato vistoso: più 65 per cento rispetto al novembre 2008. E, puntuale come poche cose nel nostro Paese, la reazione del ministro che ha dichiarato guerra ai furbi non si è fatta attendere. Da ieri, al rientro in classe dopo le vacanze di Natale, coloro che si ammaleranno dovranno attendere il medico di controllo per sette ore e non più per quattro. Con un decreto ad hoc lo scorso 18 dicembre il ministro Brunetta ha esteso infatti le vecchie fasce di reperibilità da quattro (10/12 e 17/19) a sette ore giornaliere: dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 18. Una via di mezzo tra gli "arresti domiciliari" del giugno 2008 e il controllo più "umano" del giugno 2009. Qualche mese dopo l'insediamento a palazzo Vidoni, nel mese di giugno 2008, la furia del ministro si scagliò contro i dipendenti pubblici. E le ore di reperibilità per consentire le visite fiscali da quattro passarono addirittura a undici: dalle 8 alle 13 e dalle 14 alle 20. Il provvedimento venne accolto da una infinità di polemiche e la Gilda degli insegnanti minacciò di ricorrere al giudice del lavoro. Venne anche introdotta la cosiddetta "tassa sulla malattia", come l'hanno battezzata i sindacati, che da un anno e mezzo costringe i dipendenti pubblici a sborsare una certa cifra (dipendente dal tipo di contratto e dall'anzianità di servizio) per i primi 10 giorni di assenza. Gli effetti del duplice intervento sulle assenze si fecero sentire. Ad aprile si registrò un calo del 37 per cento delle assenze per malattia confermato anche nel mese successivo: meno 33 per cento a maggio. E lo scorso mese di giugno, pensando che il fenomeno si fosse stabilizzato, il governo emanò un provvedimento che ripristinava le 4 ore di reperibilità giornaliere. Ma tra settembre e novembre, nella scuola, le assenze si sono impennate nuovamente: più 17 per cento a settembre, più 41 per cento ad ottobre e record a novembre. |