La democrazia non si insegna

di Rodolfo Marchisio, Pavone Risorse 29.1.2010

A Verbania si è svolto il Seminario interregionale sull'anno di sperimentazione di Cittadinanza e Costituzione (le scuole del Nord Italia vincitrici del bando Cittadinanza e Costituzione, gli USR, gli ex-IRRE-ANSAS); organizzato da MIUR, ex INDIRE-ANSAS etc..

La mia scuola (con la sua rete di 11 scuole dei 3 ordini) ha prodotto un progetto molto apprezzato (2° in regione con 97/100) che coinvolge 200 classi dei tre ordini e 4500 ragazzi di diverse età; una rete di partner molto qualificati (ISTORETO e molti altri) e una scommessa sulla rete di scuole polo regionali voluta dall'USR-Piemonte, sulla  progettualità delle scuole, sulla validità della rete (di 25 Istituti) coordinata da noi come scuola polo (SMS Bobbio Torino e SMS D. Alighieri).

Il progetto è in fase avanzata di realizzazione nelle scuole, però, in un intervento dal pubblico, ho sottolineato che...

 

La democrazia non si insegna

La democrazia non si insegna: si impara perché la si vive, la si sperimenta. Non solo meno studio/lezione (CC non è una materia) e piu' ricerca, lavoro comune, piu' simulazioni, giochi di ruolo, esperienze di attiva comunicazione e condivisione ragazzi-comunità, di cittadinanza agita (Consigli dei ragazzi etc...). Per questo le fasi previste dal nostro progetto sono:

  1. Il ragazzo che ricerca, sperimenta e produce: ricerca –azione, esperienza, produzione

  2. Il ragazzo che prova su se stesso: simulazioni e giochi di ruolo

  3. Il ragazzo che racconta, riflette, fa riflettere:  attività pubbliche, presentazioni, concerti, spettacoli

  4.  Il ragazzo che esercita la democrazia: il Consiglio dei ragazzi in cui i ragazzi discutono e si occupano di tematiche del territorio. .

  5. Il ragazzo che scopre, a posteriori, l'intreccio fra le sue ricerche ed il pensiero di alcuni esperti (per un esempio cfr Incontro con N. Bobbio )

 I ragazzi non imparano quello che noi diciamo/predichiamo loro, ma quello che ci vedono fare o che fanno insieme a noi, senza inganni e con ruoli diversi: per questo (si rischia di inviare un “doppio messaggio”) e per coerenza, la scuola può fare i bei progetti che fa (magari con maggiore ordine metodologico, meno dispersione o ripetitività), ma deve sforzarsi di essere, soprattutto e nonostante tutto, democratica.
Contano più delle belle idee e delle buone pratiche (che non guastano di questi tempi e ce ne sono di bellissime) il clima della scuola, le relazioni, il tipo di comunicazione, la coerenza.

  • Nei rapporti coi ragazzi: condivisione, confronto, coerenza. Forme di autovalutazione, lavoro comune, esperienze di democrazia ad es. un insegnante autoritario non può predicare i “valori” della Costituzione che non testimonia

  • Nei rapporti con le famiglie: trasparenza, comunicazione, confronto.
    A proposito: spesso coi nostri progetti formiamo i nostri ragazzi, ma comunichiamo anche qualcosa di non consueto a molte famiglie, in un paese in cui la cittadinanza responsabile non è il primo dei valori comuni né l'aria che si respira.

  • All'interno della scuola fra organi, ruoli, funzioni diverse da rispettare. Comprese quelle forme di democrazia imperfetta che rimangono nella scuola non solo come fastidiosi “residui” non ancora riformati, ma anche come valori: gli organi collegiali, le cui funzioni vanno rispettate, senza scorciatoie, anche quando non funzionano bene. Sarebbe come dire che visto che il Parlamento funziona male lo aboliamo/ignoriamo invece di riformarlo.
     

L'ultimo che lo ha detto apertamente ha dato origine ad una dittatura, ma anche oggi il Parlamento viene spesso “saltato” e si governa per Decreti e cercando di “controllare” la Magistratura, la Stampa, la scuola.....

Come “insegnare” in questo contesto, che si deve rispettare la Costituzione e la separazione, l'equilibrio fra i diversi poteri?

 

Quelli del 68

Quelli del 68 (“che tanto male ha fatto alla scuola italiana”, secondo un Ministro), i docenti che vanno verso i 60, che hanno vissuto nel 68, se non il 68, contestando all'epoca regole e Istituzioni sono oggi tra i primi e più attivi a difendere/diffondere la Costituzione e le sue Istituzioni .
Per fortuna insieme a  molti giovani e a diversi colleghi dell'età intermedia. Per quanto valgano queste definizioni nella scuola. Per molti motivi, ma soprattutto perché...

 

Le regole e le Istituzioni

La seconda chiave del discorso oggi sono le regole, che devono diventare condivise, ma poi devono essere rispettate da tutti, senza scorciatoie e le Istituzioni, per quanto imperfette e da riformare, che diventano conosciute per essere rispettate.
In un paese dove la vera “opposizione” alle scorciatoie ed alle derive dell'esecutivo sono rimasti il Presidente della Repubblica e la Corte Costituzionale. Cioè i garanti delle regole.
“Il problema di fondo relativo ai diritti [...] è oggi non tanto quello di giustificarli, quanto quello di proteggerli”  N. Bobbio, L'età dei diritti

Buon lavoro..