Scuola
Scuola, riforma delle superiori.
I giudici impongono delle modifiche
di Maristella Iervasi da
l'Unità,
14.1.2010
Le mani degli industriali su un pezzo
della scuola pubblica. Il Consiglio di Stato “bacchetta” di nuovo la
Gelmini sulla riforma della scuola superiore. Proprio l’istituzione
di un Cda negli istituti tecnci, (che il ministro ha preferito
chiamare Comitato tecnico-scientifico per non destare sospetti) non
piace per nulla ai giudici di palazzo Spada. E nel mirino non c’è
solo il regolamento sui tecnici ma anche quello sui Licei e
professionali. La creazione di un Comitato nazionale e l’istituzione
del Collegio dei docenti in dipartimenti che dovrebbe monitorare la
riforma, non rientrerebbero nella delega ottenuta dal Parlamento
(prevista dall’articolo 64 della legge 133/2008). E inoltre si
continua a ledere l’autonomia delle scuole. In pratica, i giudici
impongono alla Gelmini di non assumere provvedimenti in solitudine.
L’atteso pronunciamento del Consiglio
di Stato - che già nel mese scorso aveva “alzato” un cartellino
giallo nei confronti del Miur - è dunque arrivato. Ma viale
Trastevere non può cantare vittoria. Il parere non è del tutto
favorevole come sperava la “ministra unica” dell’Istruzione. Sono
tanti i passaggi critici. ”I chiaramenti forniti - scrivono i
giudici del Consiglio di Stato - non appaiono sufficienti a superare
le perplessità...”.
Le osservazioni non
sono di poco conto: il ministero dovrà tenerne conto per evitare
futuri ricorsi. E intanto il tempo stringe: le Commissioni
parlamentari attendevano proprio il pronunciamento di Palazzo Spada
per dare il via alla votazione finale. Cosa accadrà adesso? Il
Parlamento potrà concludere i propri lavori? E nel prossimo
Consiglio dei Ministri il Governo potrà approvare i regolamenti in
via definitiva come auspicato dal ministro-neo mamma Gelmini?
La riforma dei licei,
degli istituti tecnici e dei professionali dovrebbe scattare dal
prossimo settembre. A tutt’oggi le famiglie e le scuole sono
lasciate nel gran caos. E per fortuna che le iscrizioni alle
superiori sono state fatte slittare a fine marzo, perchè i rebus
sono molti: a partire dalle modalità dell’avvio della riforma delle
superiori targata Gelmini. Si comincerà solo dalle classi prime e
seconde?. A chiedere uno slittamento di un anno sono in molti, dal
sindacato Flc-Cgil agli insegnanti. Il Gilda ha persino annunciato
assemblee in tutte le scuole per il 29 gennaio. Il sindacato guidato
da Mimmo Pantaleo è deciso a proclamare lo stato di agitazione di
tutto il personale della scuola. E la Gelmini? Lei per ora tace,
mentre le agenzie di stampa diffondono i suoi futuri programmi: il
matrimonio con l’imprenditore Giorgio Patelli a fine gennaio, poi a
maggio la nascita della bambina, per la quale il ministro ha scelto
il nome di Emma.
Pareri e rilievi I
pareri portano i NUMERI 4599, 4597, 4596. Sono stati emessi dalla
sezione consultiva per gli atti normativi presieduta da Giancarlo
Coraggio. I rilievi sono praticamente identici sia per i licei che
per i tecnici e i professionali. Secondo i giudici, nel rispetto
dell’autonomia appare “più coerente” lasciare alle scuole la scelta
di “istituire tali organi”: i dipartimenti (nuove articolazioni del
collegio docenti) e i comitati scientifici (composti da docenti,
esperti del mondo del lavoro, delle professioni e della ricerca). Un
rilievo espresso già prima di Natale, che a tutt’oggi resta. La
formuluzione - spiegano i giudici di palazzo Spada - “resta ambigua”
sui dipartimenti che comunque vengono citati come forma di
imposizione all’autonimia scolastica e come novità che supera la
delega ricevuta dal Parlamento che riguarda solo la ridefinizione
dei curriculi vigenti. E non sono visti di buon occhio neppure i
Comitati nazionali. I giudici chiedono quindi al ministro di
utilizzare atti aventi forza di legge e non atti “aventi natura non
regolamentare” per definire - dopo il sì alla riforma - le
indicazioni nazionali (i programmi) dei nuovi percorsi,
l’articolazione delle cattedre, gli indicatori per la valutazione e
l’autovalutazione degli istituti.