Con la riforma l’ora sarà Pasquale Almirante, AetnaNet 8.2.2010 Se da un lato la riduzione dell’orario complessivo delle lezioni con la riforma della istruzione secondaria superiore scende a 27/32 ore dalle 30/36 a settima di prima, dall’altro esse devono contenere 60 minuti come in effetti ogni ora da sempre è composta. Segnaliamo questa apparente ovvietà perché, soprattutto nei tecnici, nei professionali e pure nei licei a carattere sperimentale, le ore di lezione venivano ridotte di 5/10 minuti per il fatto che l’orario era per lo più di 6 ore giornaliere e quindi l’uscita, entrando alle 8,30, si sarebbe potuto protrarre fino alle 14,45, considerando un quarto d’ora di ricreazione. Un disagio che per i ragazzi pendolari soprattutto avrebbe significato un aggravio di tempo e un appesantimento dell’impegno ritenendo pure che avrebbero raggiunto casa almeno un’ora dopo con evidenti difficoltà per i compiti e il dovuto riposo, mentre per i mezzi pubblici avrebbe comportato una modifica degli orari delle corse che però mai avrebbero applicato. Da qui appunto la riduzione dell’ora a 50/55 munti che per passare doveva essere approvata dal collegio dei docenti, i quali, in funzione di quanto detto, regolarmente approvavano. Questa riduzione, all’interno delle 18 ore settimanali dei docenti, significavano per loro qualche ora in meno (fino a 3 ore in alcune scuole professionali e anche tecniche) di effettivo servizio che però non avevano l’obbligo di recuperare, come da qualche parte ministeriale talvolta veniva minacciato e come da sempre i sindacati regolarmente rintuzzavano. Con la riforma appena approvata tuttavia è scritto esplicitamente che le ore non possono essere ridotte, ma devono essere applicate secondo la loro naturale antichissima natura di 60 minuti. Questa piccola, ma importante modifica, se da un lato restituisce ai ragazzi le ore effettive di lezione, benché sicuramente a malincuore, dall’altro riporta il carico di lavoro dei professori alla origine, come del resto avviene un po’ in tutte le scuole, soprattutto nella primaria e nella secondaria di primo grado dove 60 minuti sono reali e non virtuali. Un doppio effetto dunque questa riforma: per un verso la riduzione delle ore taglierà posti di lavoro ai professori (negli istituti tecnici pare siano circa 9.000 nel quinquennio) e dall’altro ne decreterà, ai rimasti, l’effettivo servizio in termini di ore. |